Ghiacciai: il caldo record e la tragedia della Marmolada non fermano i turisti
I rifugisti: “Poche le disdette, ma sicuramente si nota da parte degli escursionisti molta più attenzione alla sicurezza rispetto a prima della disgrazia”
MARMOLADA. La tragedia della Marmolada non ha fermato il turismo montano, ma sicuramente l'asticella dell'attenzione si è alzata in modo importante. È quanto testimoniato dai rifugisti che trascorrono le loro giornate nei pressi dei ghiacciai e che, raccontando cosa è cambiato dopo quel drammatico incidente, hanno fatto emergere alcuni elementi molto significativi. Il primo riguarda i clienti, che prima o dopo il passaggio in rifugio, decidono di avventurarsi sui ghiacciai: chiamano, si informano, chiedono dettagli rispetto allo stato della pavimentazione sulla quale andranno a camminare.
Qualcuno, addirittura, ha disdetto un giro nonostante l'accompagnamento di guide esperte: «Ammetto che c'è chi si è tirato indietro, anche perché dopo la tragica notizia di qualche giorno fa si è registrata una percezione diversa della pericolosità - ha spiegato Mario Casanova del rifugio Vioz - Come gestori, e so che è un pensiero condiviso, possiamo confermare che fa davvero tanto caldo. Non è una bella situazione. Vediamo che ormai non c'è più neve sul ghiacciaio e notiamo sempre questi costanti ruscelli d'acqua. Le richieste dei frequentatori della montagna sono maggiori, vogliono rassicurazioni e chiarimenti, ma comunque i visitatori non mancano. Il consiglio è sempre quello di affidarsi a esperti del settore e utilizzare la strumentazione adeguata».
C'è poi il tema dell'attrezzatura. Piccozze, ramponi, corde: nulla di tutto ciò deve mancare quando si affronta un'escursione impegnativa. Lo sanno i rifugisti, ma lo ricordano anche ai tanti visitatori che, soprattutto nei fine settimana, accorrono alle strutture per godersi le belle giornate e il fantastico panorama.
«Il nostro rifugio tiene novanta persone e, durante i week end, riempiamo tutti i posti - ha aggiunto Romano Ceschini al Caduti dell'Adamello - Nei primi due o tre giorni abbiamo ricevuto diverse telefonate, in molti volevano sapere lo stato del ghiacciaio. Ma quest'ultimo, nel nostro caso, è appoggiato e piano, dunque non c'è un vero pericolo e la situazione è al momento sotto controllo. Certo, le temperature elevate hanno già sciolto tutta la neve, e il manto bianco che solitamente lo ricopre ormai non c'è più. Diciamo che non è bello da vedere, ma è sicuramente più pratico da passeggiare. Non abbiamo riscontrato né un rallentamento nelle prenotazioni né uno stato d'agitazione maggiore: chiaro che serve sempre massima prudenza, ma fino ad ora la situazione è tranquilla».
Insomma, un'asticella dell'attenzione che, come anticipato, si è alzata in modo forte ma senza allarmismi. Solo la consapevolezza che la montagna è uno spazio da approcciare con attenzione e che, per affrontarla al meglio, servono tutte le accortezze possibili.
«Il ghiacciaio che si trova vicino alla nostra struttura è appoggiato, non ci sta dando alcun problema e le persone non hanno smesso di venire a trovarci - ha concluso Carlo Galazzini, il cui figlio, Davide, gestisce il rifugio Mandrone - Chi ci chiama per prenotare chiede qualche informazione in più e, dal canto nostro, il consiglio è quello di essere sempre attrezzati al meglio. Non abbiamo però una situazione di pericolo come quella che si è verificata in Marmolada, da noi si arriva tranquillamente con il sentiero e poi i più esperti proseguono per il ghiacciaio. Un problema serio invece è quello della siccità: fa tanto caldo e il lago da cui preleviamo l'acqua si è abbassato di oltre dieci metri. Con questa situazione, onestamente, non so per quanto riusciremo ad andare avanti».