Orsi sulle Alpi, il Parco Adamello Brenta vara un progetto di ricerca
L'annuncio nella riunione del comitato di gestione, aperta con un minuto di silenzio per ricordare il giovane Andrea Papi, ucciso da Jj4 nei boschi di Caldes. Il presidente Ferrazza: intendiamo farci carico dei problemi e provare ad affrontarli, forti delle nostre competenze tecnico-scientifiche, in collaborazione con la Provincia
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TRENTO. Un progetto di ricerca sull’integrazione dei grandi carnivori nello spazio alpino: lo ha lanciato il parco naturale Adamello Brenta.
Si tratta evidentemente di un contributo scientifico al confronto in atto sulla gestione e sul futuro del progetto Life Ursus.
La convivenza con le comunità umane e la dispersione naturale verso altre aree alpine sono un nodo discusso del piano di reintroduzione dell'orso nelle Alpi, varato oltre vent'anni fa sotto l'egida Ue e nel primo periodo affidato proprio al Parco (finché la Provincia, dal 2005, accentrò completamente su di sé la gestione, con esiti oggi criticati da molti).
L'annuncio è arrivato in una riunione del Comitato di gestione del Pnab, che si è aperta con un minuto di silenzio per commemorare il giovane Andrea Papi, il ragazzo di 26 anni colpito e ucciso dall'orso durante un incontro improvviso avvenuto nei boschi del monte Peller, sopra l'abitato di Caldes, in valle di Non, dove il giovane stava facendo un allenamento di running.
Alla vicenda e alle sue conseguenze, si legge in una nota del Parco, il comitato dedicherà molto presto una riunione ad hoc.
La riunione di ieri, che ha segnato anche l’avvicendamento fra i due direttori, quello uscente, Cristiano Trotter, che passa ora a dirigere il Parco Paneveggio Pale di San Martino, e quello entrante, Alessandro Brugnoli, che prenderà servizio nei prossimi giorni, ha consentito di esaminare e successivamente approvare il rendiconto 2022, l’assestamento al Bilancio di previsione 2023-2025, ma soprattutto l’aggiornamento del Piano di attività 2023, che prevede l’avvio di un nuovo progetto di ricerca sul tema: “Integrazione dei grandi carnivori nell’antroposfera alpina”.
Si tratta di un progetto già messo in cantiere lo scorso anno e che quindi non “insegue” l’attualità recente, anzi, l’ha in qualche modo anticipata.
“Si tratta - sottolinea il presidente del Parco Walter Ferrazza - di un progetto centrato sulle azioni utili per assecondare il processo di integrazione dei grandi carnivori nel mondo di noi umani. L’idea di partenza si fonda sulla convinzione che sia indispensabile comprendere pienamente le dinamiche sociali e culturali che caratterizzano i rapporti uomo-animale selvatico.
Vogliamo capire ad esempio come l’opinione dei cittadini nei confronti del progetto di ripopolamento degli orsi nel Trentino occidentale sia cambiata, e questo, lo ripeto, molto prima dell’ultimo tragico evento, e quali percorsi partecipativi, rivolti in primo luogo alle comunità locali, possano essere avviati per generare atteggiamenti e dinamiche favorevoli alla convivenza tra uomini e animali.
Certo, ora tutto è enormemente più difficile rispetto a quando abbiamo cominciato a ragionarci, in maniera, vorrei dire, preveggente, ma il compito di una realtà come il Parco è anche questo: farci carico dei problemi e provare ad affrontarli, forti delle nostre competenze tecnico-scientifiche e con un atteggiamento assolutamente collaborativo nei confronti della la Provincia e degli altri portatori di interesse”.
Il costo del progetto è di 70.000 euro in tre anni, a carico del Parco.
Sempre per quanto riguarda il bilancio, si registra in sede di assestamento una crescita delle spese per il personale e degli impegni riguardanti le attività di manutenzione svolte dal personale del Parco nei Comuni, in gran parte autofinanziate, per interventi che riguardano sentieri, ponti, edifici rurali e altre infrastrutture rivolte a tutti coloro che vivono e percorrono la montagna.
L’avanzo di amministrazione, interamente dedicato ad investimenti, è pari a 1.118.542,69.
[foto credits: Parco naturale Adamello Brenta.]