Urbanistica / Progetto

Il sogno di Rover: da borgo abbandonato a villaggio esemplare

Parte il piano di recupero voluto dagli imprenditori Deflorian. Il Comune approva le linee guida: niente aumenti di cubature, ma il problema è la messa in sicurezza, ci vorranno dieci anni e tanti soldi
TRENTO Rifugio Campel, sempre abbandonato e in preda ai vandali

di Andrea Orsolin

CAPRIANA.  A Rover il tempo si è fermato al 1966, quando una frana in quei giorni di alluvione investì un edificio e costrinse la cinquantina di abitanti a lasciare l'abitato. Oggi nella parte alta del paese ci vive solo una famiglia. Nelle altre case, per dirla con Aldo Gorfer, solo il vento bussa alla porta. In questo contesto di abbandono e solitudine si inserisce il piano di riqualificazione urbana dell'area, un iniziativa mista tra pubblico (il Comune di Capriana e l'Asuc Rover-Carbonare) e privato (la famiglia teserana Deflorian, imprenditori del settore del mobile) mirata al recupero della parte alta del borgo.

Ad oggi la famiglia Deflorian è proprietaria di otto edifici e degli appezzamenti che si trovano nelle vicinanze, oltre che del vecchio mulino situato lungo la valle del rio Bianco. L'obiettivo è di recuperarli per renderli nuovamente agibili ed abitabili, ad uso di tipo residenziale (prima casa), cercando di riportare la popolazione in questo luogo abbandonato.

Per dare delle linee guida all'intervento, amministrazione comunale e privato hanno deciso di avviare questo progetto complessivo che ha ora ricevuto il benestare del consiglio comunale. «Un piano attuativo che fissa una serie di regole su come dovranno essere recuperati gli edifici, gli spazi esterni, le pavimentazioni» spiega l'architetto Claudio Micheletti di A2studio, che ha progettato il piano di riqualificazione urbana assieme agli architetti Alfio Biondo e Cristiana Debiasi. È prevista la realizzazione di una centrale di teleriscaldamento per fornire il calore alle nuove famiglie e l'allargamento della strada (oggi molto stretta) per servire tutta Rover.

Il piano attuativo è diviso in vari tipi di interventi: per alcuni edifici si prevede il restauro, mantenendo la tipicità delle strutture; per altri, quelli che hanno maggiori problemi strutturali, sono previsti interventi più significativi. L'edificio che nell'alluvione del 1966 venne distrutto dalla frana, di cui oggi è rimasto in piedi solo una minima parte di muratura, verrà completamente ristrutturato e potrebbe in futuro diventare un albergo diffuso. Una delle regole del piano è che non potranno essere aumentati i volumi degli edifici.

E poi c'è la definizione delle misure di messa in sicurezza e sistemazione del versante a monte, delle destinazioni d'uso del suolo, del sistema dei servizi e dei sottoservizi, degli interventi sugli spazi aperti e sul verde.

Le tempistiche? «L'attuazione del piano - si legge nella relazione di A2studio - dovrà essere attivata entro dieci anni dall'approvazione. Dovrà essere data priorità alle opere di messa in sicurezza del versante a monte delle case e successivamente a quelle per la realizzazione dell'allargamento della strada. Poi si procederà al recupero degli edifici e delle aree pertinenziali».

«Vogliamo recuperare quello che ad oggi è un borgo fantasma - dice il sindaco di Capriana Sandro Pedot - Il Comune si è già mosso: abbiamo già portato le tubature dell'acquedotto da Capriana e abbiamo spostato altri sottoservizi, come le fognature e l'impianto elettrico. Il ruolo dell'ente pubblico riguarderà anche tutta la viabilità: con i soldi del Progetto Avisio abbiamo dato l'incarico ad un tecnico per rifare la strada di collegamento a Rover, mantenendola il più fedele possibile a come è ora. Inoltre, verrà realizzato un parcheggio di attestamento all'ingresso del borgo».

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