Nuove eccezionali scoperte degli speleologi Sat nella abissale grotta "del Laresot" nel gruppo del Brenta
Raggiunti i 1140 metri di profondità, la massima quota negativa mai trovata in Trentino: il nuovo ramo si chiamerà “Pozzo SAT Arco e Vigolo Vattaro”
TRENTO. Per ora, dobbiamo mordere il freno ed assaporare l’attesa: solo la settimana prossima sapremo i particolari. Ma intento la notizia c’è: «È stata individuata una nuova verticale nell’ abisso del Laresot, il cui ingresso si apre a 2360 metri in Val Noghera nelle Dolomiti di Brenta. La conquista arriva dal Gruppo Speleologico SAT di Arco, dal Gruppo Grotte SAT di Vigolo Vattaro con la collaborazione del gruppo Grotte Brenta. La spedizione, che ha raggiunto i 1140 metri di profondità, ha battezzato la nuova incredibile scoperta “Pozzo SAT Arco e Vigolo Vattaro”. Tutti i dettagli saranno presentati nel corso della conferenza stampa allo Spazio Alpino della SAT mercoledì 11 dicembre, Giornata Internazionale della Montagna».
E’ una scoperta di cui già si parla negli ambienti speleo di tutta Italia (e non solo). Perché la grotta in Val Noghera si è già dimostrata essere uno scrigno di meraviglie. Già nel 2023 l’abisso aveva regalato l’esplorazione fino a quota -1000, il primo «meno mille» del Trentino. Ed ora siamo ben oltre.
Come aveva raccontato il bollettino Sat del 2022: «l sogno di ogni alpinista è sicuramente quello di aprire una nuova via su una bellissima parete vergine, possibilmente sulla vetta più alta. Il sogno di noi speleologi invece è quello di trovare un nuovo passaggio che ci immerga in un mondo sconosciuto dove noi siamo i primi esseri viventi a portare la luce…giù…sempre più giù!
Per molti anni durante le nostre uscite speleologiche abbiamo scherzato sulla possibilità di trovare il tanto sperato -1000 nel nostro Trentino (1000m di dislivello in progressione negativa da ingresso grotta) e quest’anno nella giornata del 12 agosto il sogno è diventato realtà! Probabilmente non è un caso che proprio il 12 agosto sia il compleanno di Silvano, cha assieme all’inseparabile Paolo (entrambi del Gruppo Speleologico Arco), è uno dei veterani del gruppo.
Sono loro che a cavallo del millennio hanno iniziato ad esplorare con costanza questa zona fino ad arrivare ad imbattersi in quella che secondo me è la loro perla nera…L’Abisso del Laresot. Gli altri componenti del gruppo che hanno raggiunto il -1000 sono Dino (sempre del GSA) Maurizio, Federico e Sara che era presente nello spirito (del Gruppo Grotte Vigolo Vattaro) e Sebastiano (del Gruppo Grotte Brenta). Altri hanno dato una mano nel corso degli anni e li ringraziamo.
Alla base di tutto c’è sicuramente un gruppo affiatato e variegato di amici che in questo luogo stupendo, la Val Noghera nel Brenta Meridionale, ha avuto la caparbietà e la fortuna di trovare il suo campo di gioco.
Nell’estate del 2022 le esplorazioni stavano andando incontro ad una fase di stallo: il Fondo Vecchio a -741m sembra non dare più possibilità di progressione, e il Ramo Pinocchio (l’ultimo scoperto a -500m) è stato girato in lungo in largo senza risultati significativi. Proprio in quest’ultimo è stata tentata una complessa risalita di 70m in un grande salone strapiombante (il “Salone Mogli e Figli” dedicato a chi ci aspetta a casa), che purtroppo ci ha portato fino ad una frattura impercorribile sempre in salita. E’ divertente ricordare il motivo del nome del ramo: nel giorno della scoperta Paolo non c’era e non viene informato subito della novità, ma solo qualche giorno dopo via telefono…ma a quel punto Paolo non ci crede più, e la telefonata si conclude con la frase: “Buonanotte Pinocchio!” …ovviamente poi si dovrà ricredere.
Tornando a noi, nel giorno in cui viene conclusa la risalita al salone del Ramo Pinocchio rimane la delusione, ma la giornata è ancora lunga e decidiamo di mettere il naso in una grossa frana che rimaneva da controllare meglio. In poco tempo la delusione si trasforma in gioia immensa quando riusciamo ad intrufolarci nella frana e a calarci fino ad un meandro ben lavorato, di nuovo solido e sicuro, percorso da acqua sul fondo (il “Meandro Geppetto”). Percorso il meandro per circa 20m, noncuranti di avere i piedi a mollo per la gioia della novità, arriviamo sul bordo di un ampio pozzo di circa 40m dove si tuffa l’acqua che ci accompagna (questo pozzo sarà dedicato ai nonni che con la loro disponibilità ad accudire i nipoti hanno permesso numerose uscite). Abbiamo con noi solo un rimasuglio di corda dinamica avanzata dalla risalita (in progressione viene usata corda semistatica) e pochi chiodi, quindi riusciamo a scendere solo 10m fino ad un ampio terrazzino con un bel laghetto.
Il fine settimana successivo siamo di nuovo lì, armati dei chiodi e della corda necessari, e scendiamo il pozzo sotto una “simpatica” cascata fresca. Giunti in fondo individuiamo subito un breve e stretto meandro che ci conduce sulla testa di un altro pozzo molto più grande. Come da tradizione lanciamo nel vuoto un grosso sasso per poter stimare la profondità della verticale…ben sette sono i secondi che passano prima di sentire il tonfo!! (potrebbero essere circa 150-200m). L’emozione che ci percorre è un misto tra gioia e sospetto:” Non saremo arrivati nuovamente sul grande pozzo di 220m che conduce al fondo a -741m ?!?”… e ce ne torniamo a casa senza una risposta.
L’uscita successiva ha un che di epico: scendiamo fino a -680m verso il Fondo Vecchio per recuperare una corda da 70m mai utilizzata e nel contempo abbiamo un’idea, ovvero di lasciare una piccola luce; risaliamo fino a -500m e ridiscendiamo verso i nuovi pozzi utilizzando la corda recuperata fino al suo termine (con un rigoroso doppio nodo finale che ci garantisce la massima sicurezza sopra questo pauroso baratro). La gioia è immensa quando ci rendiamo conto che non vediamo la luce abbandonata sull’altra grande verticale…il pozzo che stiamo scendendo è completamente vergine! Due pozzi così grandi e così vicini…INCREDIBILE!!! Proprio quest’ultima è la parola ripetuta più volte quel giorno e che darà il nome a questo bellissimo pozzo.
Siamo già a metà settembre, e da qui in avanti sono numerose le uscite per trasportare il materiale e armare con cura il gigantesco pozzo, tentando di schivare al meglio l’acqua che scende lungo le pareti. La stagione si conclude a inizio novembre con l’ultima uscita che ci fa calpestare la prima neve della stagione per raggiungere l’ingresso; la quota raggiunta con grande impegno è di circa -920m, e abbiamo già sceso 330m di questa verticale che continua a scendere!
La stagione invernale passa velocemente cullando il sogno di superare i -1000 nell’Abisso del Laresot, e a luglio 2023 riprendiamo l’attività. Le prime uscite sono dedicate ad agevolare alcuni passaggi scomodi lungo la progressione e al riarmo di alcuni tratti con corda e chiodi inox nuovi… così pian piano le nostre braccia si abituano di nuovo alle grandi verticali da risalire. Dopo gli ultimo ritocchi sul pozzo Incredibile per spostare la progressione fuori dall’acqua e per rendere i tiri meno lunghi e più gestibili i tempi sono maturi: programmiamo il “-1000 Day” per il 12 agosto!
Tutto fila liscio con il meteo che è dalla nostra parte; saliamo il venerdì sera a ingresso grotta e sabato mattina al sorgere del sole entriamo con un misto di felicità e agitazione; si entra sempre con la speranza che uno stupido intoppo o una dimenticanza possa precludere il risultato della spedizione. In tre ore e mezza arriviamo a -920 dove dobbiamo iniziare ad armare la parte nuova e come da programma arriva il primo intoppo: la punta del trapano, che è fondamentale, non vuole entrare nella sua sede; sono attimi di panico che per fortuna si risolvono velocemente scartavetrando il ferro della punta sulla roccia spigolosa…finalmente si riparte da dove interrotto l’anno precedente!
Superata una cascata, passando il più possibile defilati, arriviamo “quasi asciutti” sul bordo del pozzo che riparte. L’idea iniziale era di passare verso sinistra, ma con sorpresa scopriamo che dietro l’angolo un’altra cascata preclude il passaggio. Tutto da rifare, torniamo sui nostri passi, scavalchiamo una cascatella e ci portiamo sulla parte destra del pozzo…le ore passano, il freddo inizia farsi sentire, e iniziamo a dubitare sulla riuscita dell’impresa. Ma mossi dal nostro motto: “guai zeder!” (guai a chi cede) teniamo duro e la scelta si rivela vincente. Il pozzo, che da lì in poi procede asciutto e su solida roccia di dolomia, ci consente di scendere velocemente a più riprese per gli 80m che ci separano dal fondo. Pochi metri prima di mettere di nuovo i piedi a terra un urlo di gioia investe tutti quanti:” -1000!!” … ci siamo finalmente!!! La base del pozzo è di dimensioni ampie, circa 10x30m.
Verifichiamo se c’è possibilità di proseguire, forse sì in un piccolo meandro, ma c’è da lavorarci e questo farà parte di un’altra avventura. Il tempo di abbracciarci, fare alcune foto, mangiare una bella barretta energetica a base di “pan e bondola” (pane e mortadella) ed è già ora di rientrare. Inizia la lunga risalita verso l’ingresso; impieghiamo circa 8 ore per rivedere le stelle, visto che ormai è mezzanotte; abbiamo accumulato circa 16 ore in grotta. Il tempo di cambiarci, mangiare qualcosa, fare un brindisi, e siamo già nei caldi sacchi a pelo consci del bellissimo risultato raggiunto… e soprattutto di averlo fatto con il gruppo compatto, senza che nessuno rimanesse indietro.
Al risveglio la sorpresa è grande quando alcuni nostri familiari e alcuni speleologi veterani della sezione SAT di Vigolo Vattaro (che ringraziamo vivamente) ci raggiungono con torta e striscioni del -1000 e bottiglione di spumante con dedica sull’etichetta!! Che emozione! … questa è proprio la ciliegina sulla torta per una 3 giorni a cui non potevamo proprio chiedere di più! Ringraziamo per l’appoggio la Commissione Speleologica SAT e tutti quelli che hanno creduto in noi e ci hanno aiutato nel corso degli anni!»
foto BOLLETTINO SAT – Gruppo Speleologico SAT di Arco, Gruppo Grotte SAT di Vigolo Vattaro e gruppo Grotte Brenta.