Crisi alla Federazione Cooperative Mattarei: "Ho speso la mia credibilità e intendo esserci anche in futuro"
«Ho speso la mia personale credibilità, sapendo di avere alle spalle un’organizzazione compatta, delle persone che mi appoggiavano. Mi sono confrontata con un’organizzazione che è stata umiliata nella riforma del ramo cooperativo. Nessuno degli amministratori che siedono da sei, nove anni in consiglio d’amministrazione ha mai espresso indignazione per queste operazioni». Così la presidente della Federazione trentina della cooperazione, Marina Mattarei, in conferenza stampa dopo le dimissioni di 15 consiglieri del consiglio di amministrazione della Federazione. Con Mattarei sono intervenuti i consiglieri dimissionari Renzo Tomasi e Walter Facchinelli.
«Rivendico l’obiettivo di salvaguardia sindacale e di rappresentanza delle nostre associate. Basta con una narrazione mistificatoria di mia personale ostilità a Cassa centrale banca, ci sono comunicati che affermano il contrario. Non si possono umiliare le categorie economiche e l’intero sistema cooperativo in questo modo irresponsabile», ha aggiunto Mattarei.
Mattarei era presidente di Federcoop da giugno 2018. «Il mio impegno non si è mai fermato e non si esaurirà nemmeno nel futuro, dipenderà molto da cosa i soci mi chiederanno», ha concluso.
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«In quello che sta accadendo ci sono elementi pretestuosi, con preciso intento di non riconoscere questa presidenza e il mandato assembleare. Questo mandato non supportato da società di sistema». Lo ha detto la presidente della Federazione trentina della cooperazione, Marina Mattarei, a margine della conferenza stampa all’indomani dalla crisi interna a Federcoop.
«Ho cercato di lasciare sullo sfondo la dimensione personale, ma ho subito molti attacchi personali. Il discredito ferisce le persone, a iniziare da presa di posizione su accoglienza dei migranti, che è sempre stato un valore cooperativo», ha precisato Mattarei. «Ho visto - ha aggiunto - molta violenza nei confronti delle donne, anche da parte delle donne».
«Ora non è un momento di restaurazione di centri di potere, ora la voce deve tornare ai soci. È un momento doloroso, che però ha squarciato il velo dell’ipocrisia», ha concluso.
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