Scuola, Bisesti ascolti anche la nostra voce

La lettera di Giulia: già provati da un anno difficile

Le restrizioni Covid hanno tolto ai ragazzi praticamente tutto, dalla vita sociale alla scuola in presenza. Ma non è il caso di togliere loro anche l'estate, prolungando l'anno scolastico: la lettera di una ragazza, la risposta del nostro Direttore.

Scuola, Bisesti ascolti anche la nostra voce

Gentile Assessore Bisesti,
Le scrivo per farle sapere l’opinione di una ragazza di sedici anni riguardo la proposta di proseguire l’anno scolastico fino a fine giugno.
Mi sembra che in queste decisioni l’opinione di noi ragazzi, che siamo i diretti interessati oltre al corpo docente, non venga neanche presa in considerazione.
Ormai è un anno che il Covid ha dato una svolta negativa alla nostra vita. Ma qualcuno si è mai chiesto davvero, oltre ai problemi economici, sanitari e chi più ne ha più ne metta, come stiamo noi ragazzi? Credo che in questo momento almeno il cinquanta percento degli studenti italiani non stia bene. Non metto assolutamente in dubbio che ci siano problemi maggiori rispetto a degli adolescenti che la sera piangono per il troppo stress, ma qualcuno si è mai messo nei nostri panni?
Qualcuno ha mai pensato che ci hanno tolto praticamente tutto? La discoteca dove andavamo a ballare il sabato sera, i concerti a cui cantavamo a squarciagola, l’abbraccio dato ad un amico dopo un momento difficile, la possibilità di conoscere gente nuova.
Praticamente tutto ciò che ci fa stare bene, perché sì, anche se noi ragazzi sembriamo sempre freddi con voi adulti, abbiamo anche noi dei sentimenti, abbiamo il bisogno di divertirci, il bisogno di poter staccare dalla scuola che tanto ci assilla e che tanto ci tiene incollati ai libri, il bisogno di un po’ di libertà.
Quello che chiedo non è di certo riaprire le discoteche o tornare alla normalità, perché sono perfettamente consapevole che non è fondamentale in questo momento.
Io chiedo solo comprensione.
L’estate è l’unico momento in cui mi sento davvero viva. Il caldo, le risate la piscina, il non doversi svegliare pensando di avere quella temuta verifica di matematica, svegliarsi e non dover pensare “ma che giorno è oggi?”. Cose che magari lette così sembrano banali e un po’ stupide, ma che in realtà per noi ragazzi significano tanto.
La scuola quest’anno è andata avanti senza problemi. Non abbiamo mai saltato un giorno di scuola nonostante l’aumento dei casi, i professori sono riusciti comunque a fissarci verifiche usando le settimane in presenza come “bonus” per non farci copiare, tanto da essere arrivati a ritrovarci con anche 7 verifiche a settimana alla metà di febbraio.
Assessore Bisesti, non ci tolga un mese di vita “vera”. Non è di certo colpa nostra se esiste il Covid! Le assicuro che la scuola quest’anno è stata più efficace rispetto all’anno scorso: non capisco il bisogno di recuperare qualcosa che non è mai stato perso. Perché alla fine dovremmo pagare noi?

Giulia D.


 

Grazie per dare voce a chi non ce l'ha

Cara Giulia, grazie per la tua lettera. Grazie per aver dato voce a chi non ha voce, a chi non viene ascoltato, a sentimenti, sensazioni e disagi che vengono colti solo in minima parte.
Mi auguro che l’assessore Bisesti ti risponda subito: non dicendoti che andrai a scuola tutta l’estate - visto che a scuola ci sei andata appunto tutti i giorni, seppur spesso a distanza - e non dicendoti che ti hanno ascoltata o cose del genere, ma dandoti risposte concrete. Perché voi ragazzi, come questa tua lettera ci fa ben capire, siete prima di tutto concreti. E responsabili. Soprattutto nella vita “vera”, per usare la parola che tu hai legato al mese che ti vogliono strappare.
Aggiungo solo che non si è primi della classe tenendo le scuole aperte un mese più del previsto. Si è primi della classe durante le lezioni (se si è studenti) e si è primi della classe (se si è politici) sapendo muoversi in modo originale e virtuoso anche in un anno spezzato, come quello che state vivendo e che in modo diverso stiamo vivendo tutti noi, aspettando come te l’estate, intesa in senso reale e metaforico.

lettere@ladige.it

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