Il governo accelera: vaccinare per l'estate il 50% degli italiani, così riparte il turismo. Per la campagna meno primule e più concretezza
Oggi al pre-vertice in remoto del G7, il neopremier italiano Mario Draghi insisterà sulal necessità di accelerare sul fronte dei vaccini covid, per avvicinarsi più rapidamente alla fine della pandemia.
Sul tappeto il nodo della produzione, con l'ipotesi di estenderla su licenza ad altri stabilimenti (anche in Italia ce ne sono di disponibili); ma anche le modalità di somministrazione e le tempistiche autorizzative (alcuni preparati sono in attesa dell'ok europeo, compreso il russo Sputnik 5 che sembra particolarmente efficace, mentre l'italiano Reitera è ora in fase 2 e potrebbe completare l'iter in iguno).
Il colpo di acceleratore che intende dare Mario Draghi singifica, per l'Italia, avere vaccinato entro l'estate almeno la metà dei cittadini: In questo modo l'economia potrà davvero ripartire, a cominciare dall'importante settore turistico, ha sottolineato il premier.
Sul fronte operativo, accantonato il bucolico e costoso piano per i gazebo delle primule, si passerà a un'azione più strettamente pragmatica, con l'impiego di tutti i grandi spazi disponibili - dalle palestre ai drive-through dei tamponi - e anche del personale sanitario dell'esercito.
Il modello è quello britannico: l'imperativo è fare in fretta.
Se ciò implicherà anche l'opzione di differire le seconde dosi di vaccino (come avviene appunto in Gran Bretagna per ampliare la platea che riceve la prima), è presto per dirlo. Tuttavia, visto che anche in Francia l'alta autorità della sanità non esclude di differire di qualche settimana i richiami, qualcosa potrebbe cambiare pure in Italia.
Formalmente è un debutto quello del nuovo presidente del Consiglio italiano al summit del G7.
In realtà Mario Draghi conosce molto bene la maggior parte degli interlocutori che incontrerà domani, sebbene in formato virtuale. In quello che di fatto è un pre-vertice voluto dal premier britannico Boris Johnson - che ha la presidente del G7 e che ha già fissato per il mese di giugno in Cornovaglia il summit in presenza - c'è un'altra importante novità, che spazza via un passato molto ingombrante: l'arrivo del presidente Usa Joe Biden e di un'America, quella del dopo Trump, assai più aperta al dialogo e meno desiderosa di sparigliare le carte.
Draghi si collegherà al vertice tutto dedicato all'emergenza Covid, in particolare ai vaccini, con la convinzione che sia necessario accelerare. E da questo punto di vista il confronto con gli altri Paesi, Gran Bretagna in testa, è fondamentale. È quello il modello a cui guarda il premier e cui fa riferimento quando invita ad "imparare dai Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate".
Del resto, secondo il premier, la rapidità nella diffusione dei vaccini è essenziale anche per scongiurare che le varianti prendano il sopravvento. Un tema che Draghi potrebbe affrontare anche con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles, dove si sta lavorando ad un possibile incontro già la settimana prossima. Anche con gli altri leader europei d'altra parte, Angela Merkel e Emmanuel Macron, c'è piena sintonia sulla necessità di un'integrazione e di un'accelerazione sulla gestione dell'emergenza.
Ma il primo G7 con Biden è anche l'occasione per l'atlantista Draghi come per gli altri leader (a cominciare dal canadese Justin Trudeau, 'acerrimo amico' di Trump) per tirare il fiato e avviare un nuovo rapporto con gli Stati Uniti, anche nella postura da assumere verso Russia e Cina. Il nuovo corso l'ha indicato il segretario al Tesoro Janet Yellen al G7 dei ministri delle Finanze: gli Stati Uniti, ha detto, hanno come "priorità" il multilateralismo, il rafforzamento delle alleanze e del loro impegno a livello internazionale. Ovviamente il formato virtuale non permette la possibilità di bilaterali, più o meno formali. Ma resta l'intenzione di Draghi, in attesa dei faccia a faccia, di porre le basi per strutturare quel rapporto "strategico e imprescindibile" con Francia e Germania del quale ha parlato in Senato per far rinascere l'economia europea dalle macerie del Covid.
Non è inoltre escluso uno scambio con Boris Johnson visti gli impegni comuni che avranno Italia e Gran Bretagna, a partire dalla Cop26. Tra i temi del summit anche la necessità di arrivare ad un piano globale dei vaccini, accogliendo l'appello dell'Onu. Più sarà estesa e rapida la vaccinazione, prima il mondo potrà ricominciare a girare. Rapidità, insomma, è la parola d'ordine. Non solo per il presente, ma anche per il futuro: l'ambizione che Johnson presenterà ai colleghi è infatti quella di ridurre a 100 giorni i tempi per sviluppare nuovi vaccini contro malattie emergenti, per evitare i problemi vissuti con il Covid per il quale ce ne sono voluti 300.