Anche nello shopping di Natale si cerca la qualità low-cost
C’entra la crisi con cui tutti facciamo i conti e c’entra un cambiamento di mentalità che riguarda il nostro modo contemporaneo di vivere.
Le previsioni sul Natale al ribasso per consumi e regalo sono lì a testimoniare che non si spende come prima ma è solo un’occasione importante per ribadire una tendenza cui le aziende devono tenere conto per correre in qualche modo ai ripari.
Se per la moda il fashion democratico ormai come concetto e abitudine ci appartiene, così come il design, quello che si fa largo ora è il cibo di alta qualità a prezzi bassi.
Low cost/High Value è la nuova tendenza globale. Per la moda si possono citare esempi collaudati come H&M (da pochi giorni anche a Trento), Mango e Zara, con le loro collezioni di tendenza a costi accessibili, da anni aperte anche a collaborazioni con designer importanti (H&M ha pubblicato di recente un libro sui primi 10 anni con i contributi prestigiosi che vanno da Karl Lagerfeld a Jimmy Choo), nuove catene che si stanno facendo largo come Cos e &Other Stories, per il design c’è primo su tutti l’esempio di Ikea, ma la novità ora riguarda il food.
A frequentare in Italia, come fuori, i cosiddetti discount non sono più solo fasce sociali povere ma tutti gli «impoveriti» di questi ultimi anni, un esercito che si è andato ingrossando, clienti con un potere d’acquisto diventato basso ma che non si capisce perchè dovrebbero ora rinunciare alla qualità. Lo standard dei prodotti è diventato nettamente più alto dalle parti dei supermercati low cost e se una catena tra le più popolari, Lidl, ha lanciato lo slogan «Lusso per tutti» mettendo in vendita una linea premium chiamata Deluxe significherà certamente qualcosa. Si possono comprare, con una selezione «Gambero Rosso» dall’astice intero al patè di olive taggiasche al burro al caviale, dal pesto al tartufo dop, al sugo alla cappasanta.
«C’è un innalzamento del livello del food - sottolinea Bruno Barbieri, lo chef italiano che ha all’attivo il maggior numero di stelle Michelin e severo giudice di MasterChef Italia, insieme a Carlo Cracco e Joe Bastianich - i tempi sono cambiati, è un buon effetto collaterale del successo dei programmi tv di cucina come Masterchef, c’è una diversa sensibilità nei consumatori, il cibo di qualità lo vogliono tutti mentre fino a qualche anno fa pensavi di poterlo gustare solo nei ristoranti top. Le novità gourmet nei supermercati low cost le ho notate anch’io e ne sono felice, non è che tutti possano permettersi di andare da Eataly nel quotidiano».
Masterchef nuova edizione è imminente, dal 18 dicembre su Sky, ma Barbieri è un tipo curioso, è appena tornato dall’Australia «dove accade esattamente la stessa cosa. Sono cambiamenti globali, che vanno nella direzione di una consapevolezza dell’importanza del cibo buono. Importante è dare battaglia alle sofisticazioni alimentari e penso anche che sia una missione di noi chef far capire tutto questo». Secondo Mario Gasbarrino, l’amministratore delegato della Unes Supermercati che conta 200 punti vendita in Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna, «il concetto di Low cost/ High Value - ha detto in una recente intervista alla Stampa - è uno stile di vita. Si elimina così il cliente di serie A e b, come ci hanno insegnato Ikea e Zara per esempio. Oggi un prodotto deve essere smart, democratico, non più classista e umiliante».