Prostituzione legalizzata: le mogli di Pomigliano "minacciano" i mariti
«Ieri il jobs act, oggi il sex work. Noi non saremo mai loro complici, e non andremo a votare, e se i nostri mariti andranno alle urne, poi non tornassero a casa». È quanto annunciano le donne del comitato delle mogli operai dello stabilimento Fca di Pomigliano e del reparto logistico di Nola, le quali sottolineano che diserteranno le prossime elezioni regionali in Campania contro il progetto di legge sulla prostituzione: per «non essere complici del nuovo business del libero mercato del sesso - ritengono - che sarà messo in atto con la liberalizzazione della prostituzione».
«I candidati, anche gli ultimi arrivati - spiega il Comitato - ci chiedono il voto mentre tacciono sull’iter parlamentare in corso per legalizzare la prostituzione e sostenerne il sistema. Non vogliono cambiare la società, ma solo giustificare la loro esistenza per conservare, o ottenere, il loro profumato "status", e mettere in servitù il lavoro, relegato a merce di valore inferiore alle merci stesse, e le donne in moderna schiavitù economica coi loro corpi valutati in capitale privato da affittare ed usare a piacimento con partita Iva e legittimazione di Stato».
Le donne annunciano quindi la propria volontà a non andare al voto, ed avvertono i propri mariti, la maggior parte dei quali cassaintegrati del reparto logistico Fca di Nola: «Se andranno a votare - hanno concluso - non tornassero poi a casa».