Riaprirà il Café de la Paix Meno musica, più arte
Il Cafè de la Paix, il circolo culturale di passaggio Osele che ha portato alla mobilitazione di buona parte della città in ragione della sua annunciata chiusura, rimarrà aperto. Lo hanno fatto sapere i responsabili dell’associazione Cafè culture, ente gestore del locale. Le trattative avviate durante la campagna elettorale per le ultime elezioni amministrative hanno quindi dato un esito positivo, e il luogo d’incontro cittadino resterà fruibile dalla popolazione. Anzi: il circolo mirerà a estendere la rete dei propri sostenitori, spalancando le porte anche ad associazioni ed enti culturali attivi sul territorio trentino o provenienti dal resto d’Italia. La decisione è stata intrapresa dal nuovo direttivo, formato dalla presidente Lorenza Pandolfi e dal vicepresidente Luca Buonocuto.
A partire da settembre, quando è prevista la riapertura del locale, i due prenderanno la guida dell’associazione, fino ad oggi retta da Francesca Quadrelli, con l’obiettivo di rendere il Cafè de la Paix un luogo di cultura in senso più ampio, con meno concerti musicali e più spettacoli e appuntamenti di carattere letterario e teatrale.
«Dopo l’annuncio dell’imminente chiusura - ha detto Quadrelli - abbiamo ricevuto la solidarietà di moltissime persone, che si sono prodigate affinché il locale rimanesse aperto. Allo stesso tempo, le stesse istituzioni si sono rivelate propense a trovare una soluzione che potesse evitare la chiusura. Di conseguenza abbiamo deciso di fare un passo indietro rispetto alla nostra iniziale decisione. Il circolo, affiliato Arci, resterà dunque a disposizione della cittadinanza, ma con dei cambiamenti sostanziali».
La presidente Pandolfi, una logopedista di origine romana a Trento da tre anni, punterà su un programma meno incentrato sulle serate a tema musicale, e più attento nei confronti di letteratura, teatro, fotografia, cinema e arti figurative. La volontà è di rendere il circolo un luogo aperto alle associazioni, a iniziare da quelle del Forum provinciale per la Pace. «Ciò - ha chiarito Pandolfi - non significa che la musica sparirà, ma verrà eseguita con maggiore attenzione».