Giornata mondiale dell'Alzheimer: 46 milioni di malati
Ogni 3 secondi, nel mondo, una persona si ammala di demenza, l’Alzheimer è la forma più comune perchè rappresenta il 60% di tutti i casi. Questi i dati epidemiologici dell’ultimo Rapporto mondiale Alzheimer 2015, diffusi dalla Federazione Alzheimer Italia: oltre 46 milioni le persone affette in tutto il mondo, di cui 1.241.000 nella sola Italia. Il Rapporto sottolinea poi come le stime ne prevedono 74,7 milioni nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050 e nel nostro paese, secondo le stime, le persone con demenza saranno ben 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050.
«I nuovi casi nel 2015 sono 269.000 e i costi ammontano a 37,6 miliardi di euro», sottolinea Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia: «Alla luce di questi nuovi dati - aggiunge - , chiediamo al governo di mettere in atto il Piano nazionale demenze, assegnandogli i finanziamenti adeguati per supportare concretamente i malati e le loro famiglie».
Il prossimo 21 settembre si celebra la XVII Giornata Mondiale dell’Alzheimer. Un giorno tinto di viola, il colore della malattia, dove si potranno lanciare campagne di attenzione o raccolte di fondi basate su oggetti di quella tonalità o sui fiori «non ti scordar di me».
L’Alzheimer è un processo degenerativo che colpisce progressivamente le cellule cerebrali, provocando il declino progressivo delle funzioni cognitive e il deterioramento della personalità e della vita di relazione. Indispensabili sono i continui progressi della ricerca scientifica: ultimamente l’attenzione si è concentrata su due nuovi studi su questa malattia e sulla sua possibile genesi, mentre una ricerca inglese ipotizza che possa essere addirittura contagiosa come una malattia infettiva. Il nuovo studio condotto dall’Università di Verona, fornisce un contributo fondamentale nella conoscenza della genesi dell’Alzheimer, gettando luce sul ruolo inaspettato delle cellule del sistema immunitario, i globuli bianchi (chiamati anche leucociti), nell’induzione della patologia. Mentre l’ipotesi avanzata da un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra in uno studio pubblicato su «Nature» che hanno analizzato il cervello di 8 persone morte per la malattia di Creutzfeldt-Jakob - il cosiddetto morbo della «mucca pazza». I ricercatori hanno osservato che, nel cervello di queste persone, e nelle pareti dei vasi sanguigni, vi erano tracce di placche della proteina beta-amiloide, caratteristiche dell’Alzheimer. Da qui l’ipotesi estrema che l’Alzheimer possa essere contagioso come lo è il morbo della mucca pazza. Una tesi che ha bisogno ancora di molte altre conferme ma che ha scatenato immediatamente preoccupazioni e polemiche anche alla luce del forte aumento di casi previsto.