Caschi blu della cultura, l'Italia in campo per prima
A Roma nascono i «caschi blu» della cultura e l’Italia si conferma in prima linea per la difesa del patrimonio artistico mondiale nelle aree di crisi, minacciato dalla barbarie dei terroristi. Le immagini dello sfregio di Palmira, splendido sito archeologico romano in Siria devastato dall’Isis, hanno fatto il giro del mondo. Diventando il simbolo di «un attacco contro identità, culture e religioni diverse», ha sottolineato il ministro degli Beni Culturali Dario Franceschini, alla cerimonia che ha istituito la task force italiana «Unite for Heritage», che fornirà un decisivo sostegno sul campo all’Unesco.
Il gruppo di pronto intervento, composto da personale specializzato civile e carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, avrà diversi compiti: valutare i rischi e quantificare i danni al patrimonio culturale, ideare piani d’azione, formare personale nazionale locale, fornire assistenza al trasferimento di oggetti in rifugi di sicurezza e rafforzare la lotta contro il saccheggio e il traffico illecito di reperti.
«L’Italia esercita il suo naturale ruolo di leadership nella tutela del patrimonio culturale mondiale con oltre 170 missioni archeologiche in tutto il mondo», ha aggiunto Franceschini, ricordando che è stato proprio il nostro Paese a presentare all’Unesco la proposta dei «Caschi blu della cultura», adottata all’unanimità lo scorso novembre. La task force italiana, la prima in assoluto, rappresenta «un pezzo molto italiano della lotta al terrorismo», ha sottolineato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ricordando la «pulizia culturale» dell’Isis in Medio Oriente, attraverso le persecuzioni delle minoranze cristiane e yazide, ma anche prendendo «sempre più come bersaglio» il patrimonio artistico.
«Colpire un monumento è un crimine di guerra», ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, aggiungendo che il compito della task force sarà anche quello di ridisegnare una nuova «topografia della bellezza» nelle aree violate dai terroristi. Un’operazione che rappresenta un «salto di qualità non solo culturale ma anche politico».
Il ministro della Difesa Pinotti ha posto l’accento sul successo delle missioni italiane di peacekeeping, che è fondato sul «rispetto delle popolazioni locali» ed ha ricordato il ruolo dei Carabinieri con «specificità che non si trovano altrove». Il comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette ha citato ad esempio il recupero di «oltre un milione e centomila reperti rubati».
L’iniziativa italiana ha riscosso «l’entusiasmo e la gratitudine» del direttore generale dell’Unesco Irina Bokova, che oggi ha evidenziato: «si apre un nuovo capitolo della lotta al terrorismo, che ha paura della storia e dei simboli».
Alla cerimonia, che si è volta in una delle tante perle del patrimonio culturale italiano, le Terme di Diocleziano, i ministri Gentiloni e Franceschini hanno sottoscritto anche un protocollo d’intesa con il sindaco di Torino Piero Fassino per l’istituzione di un centro di formazione proprio in questo campo nel capoluogo piemontese.