Sempre più donne ammalate di cancro
Sotto accusa il fumo di sigaretta e anche gli scarsi controlli clinici. Poi, ovviamente, ci sono le condizioni di lavoro, l'alimentazione e l'inquinamento ambientale
È aumentata del 10% in venti anni la sopravvivenza media delle donne che si ammalano di tumore. Tuttavia, nello stesso arco di tempo, tra di loro è cresciuta del 36% l’incidenza del tumore al polmone, problema di salute una volta tipicamente maschile. A sottolinearlo, in occasione della Prima Giornata Nazionale della Salute della Donna, è l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom).
Oggi, in Italia, vivono più di un milione e 650mila donne che hanno avuto una diagnosi di tumore (nel 2010 erano circa un milione e 430mila). Un alto numero dettato dal fatto che le percentuali di sopravvivenza a 5 anni dal 1990 al 2007 sono aumentate del 10%, passando dal 53% al 63%. E in una delle neoplasie femminili più frequenti, quella del seno, raggiungono l’87%.
Se aumentano le guarigioni, preoccupa però la diffusione del vizio del fumo. «I progressi nella lotta contro queste malattie sono stati straordinari - afferma Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom -. Grazie alla diagnosi precoce salviamo molte vite e una donna su due guarisce se la malattia è individuata in fase iniziale».
Ma resta il fatto che «il 23% delle italiane - prosegue - è tabagista, con ricadute evidenti: tra il 1999 e il 2010 l’incidenza del tumore del polmone è diminuita del 20% tra gli uomini, mentre si registra un +36% fra le donne». Pertanto, «è importante promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto alle ragazze».
Ad essere implementata dovrebbe essere però anche l’adesione agli screening: in particolare la mammografia ogni due anni (fra 50 e 69 anni) per la diagnosi precoce del tumore del seno e il Pap test ogni 36 mesi (fra 25 e 64 anni) per il cancro del collo dell’utero. «Nel biennio 2011-2012, però - conclude il professore - solo il 60% delle italiane ha eseguito la mammografia e il 41% il Pap test».