Orgoglio di padre dopo la vita in prigione
Da dietro le sbarre ha fatto valere il proprio diritto di essere e fare il padre, con tutti i limiti e le difficoltà che questo comporta. È stato infatti respinto dalla Cassazione il ricorso del Pg della Corte di Appello di Napoli, che voleva dare in adozione i tre bambini di un single da poco uscito di prigione perché non lo riteneva, per il suo passato, un padre affidabile.
Per la Suprema Corte, invece, gli «encomiabili sforzi» di Gaetano P. - che uscito di cella aveva trovato lavoro in una ditta di pulizie e una casa in affitto dove vivere con i tre bambini abbandonati dalla mamma e la nuova compagna - giustificano la «prognosi favorevole» al mantenimento del legame familiare.
Per due volte i tre bambini - di otto, sette e sei anni - erano stati collocati in due famiglie diverse mentre il padre era in carcere e la madre, una rumena, se ne disinteressava fino a non opporre resistenza all’adozione. Il giorno dopo la festa della mamma arriva una notizia che mette in luce il ruolo paterno: Gaetano è riuscito a fare revocare l’affidamento provvisorio dopo aver trovato lavoro a Caserta per 700-800 euro al mese e dopo che i vigili con ispezioni a sorpresa hanno trovato la sua casa pulita e adatta ai bambini. Per i supremi giudici, il passato tra le sbarre non attesta la «inadeguata capacità» genitoriale di un simile papà.