Da sabato una Roccaforte di cibo e birra per 400

di Matteo Lunelli

Quattrocento posti a sedere, distribuiti su quattro piani, e una corte interna. Un luogo storico che diventa conviviale. Un locale che punta su un’offerta culinaria di qualità in un ambiente di arte e cultura. Aprirà sabato, nella torre del Massarello, la «Roccaforte Trentina»: una bierstube, ma non solo. Un ristorante tipico, ma non solo. Il menù completo non ci è stato ancora svelato ma, assicura lo staff, sarà all’insegna del fatto in casa, pur in una struttura dalle ampie, ampissime dimensioni. Circa quattrocento posti a sedere, distribuiti su una struttura di quattro piani, lo rendono uno dei locali più grandi della città. L’ingresso sarà doppio, sia da piazza Garzetti sia da via Santa Trinità.
 
La torre del Massarello rappresenta un pezzo di storia di Trento: qui abitò lo storico segretario generale del Concilio, Angelo Massarello da San Sepolcro. Gli affreschi, perfettamente conservati, sono rinascimentali e tardo gotici e tutta la struttura contiene una serie di pezzi artistici di grande bellezza e valore, a partire dal caminetto. 
 
Secoli di storia e cultura trentina che, nelle intenzioni dei gestori, il cibo potrà valorizzare. «Più che un semplice locale il nostro vuole essere un vero e proprio progetto: in uno spazio storico, un luogo favoloso della città, vogliamo creare un ambiente di condivisione e di incontro, adatto a tutti, dalle famiglie agli studenti, dai trentenni ai turisti». Per riuscire nell’ambizioso obiettivo la «Roccaforte Trentina» sarà aperta tutti i giorni e, in pratica, tutto il giorno, ovvero dalle 10 del mattino alle 2 di notte. Che si sia a caccia di una colazione, di un pasto, di una serata tra amici, ad ogni ora sarà possibile mangiare e bere. Una scelta strategica, ovviamente, considerato che a Trento pranzare alle 15 o cenare alle 23, ovvero in orari più spagnoli che trentini, non è sempre facile, o almeno le possibilità di scelta non sono (erano) così tante. 
 
L’idea di un ristorante così l’hanno avuta un gruppo di amici, trentini e altoatesini, che hanno deciso di diventare soci e di scommettere e investire su un progetto ambizioso, ma senza dubbio interessante e innovativo. «Sabato sera apriremo per la prima volta al pubblico, mentre per un’inaugurazione vera e propria aspetteremo qualche settimana. Siamo ancora work in progress, ma non vedevamo l’ora di aprire le porte e così abbiamo stretto e anticipato un po’ i tempi. A ottobre saremo ben rodati e organizzeremo un evento di presentazione». 
 
Il nuovo ristorante darà certamente lavoro a parecchie persone, essendo così grande ed essendo sempre aperto, ma un numero definito non è ancora ufficiale. Anche perché, nelle idee dei gestori, non ci saranno solamente pranzi, cene e aperitivi. «Vogliamo valorizzare la favolosa struttura, organizzando attività di vario genere, dando una progettualità alla nostra attività. Gli spazi, ampi e belli, sono l’ideale per cene aziendali, matrimoni e feste di vario tipo. Ad esempio nel 2017 ricorrono i 500 anni dalle 95 tesi di Martin Lutero e sappiamo che da quelle, riassumendo parecchio la storia, nacque il Concilio di Trento. In quell’occasione potremmo ospitare dei progetti tra cultura e convivialità». 
Non solo cibo e non solo birra, quindi. A proposito: il cibo sarà in gran parte fatto in casa, dalla pasta ai canederli, e la birra artigianale
 
Nel cuore della città, quindi, si appresta a sbarcare un locale che rappresenta senza dubbio una grande novità, sia per la location sia per le dimensioni, sia per gli orari sia per le idee e le scelte enogastronomiche. Una parte della città, tra l’altro, che offre una gamma di scelta sempre più ampia: tra piazza Battisti e piazza Fiera, passando nel rettangolo compreso tra via Mazzini e viale San Francesco, i locali storici, quelli neonati e quelli che nasceranno a breve sono veramente parecchi. Ognuno con le proprie caratteristiche e specificità, per accontentare una città sempre più turistica e sempre più moderna. Una concorrenza, inevitabile, che porterà ad accrescere la qualità e obbligherà i gestori a innovare e a non adagiarsi sugli allori.

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