La Boldrini come Berlusconi Adotta due agnelline
Le ha «battezzate» Gaia e Gioia: sono le due pecorelle di due mesi che la presidente della Camera Laura Boldrini ha «adottato a distanza» ricevendo a Montecitorio le due bestiole, «scortate» da due volontarie dell’Enpa, con tanto di pettorina blu, e dalla presidente dell’Ente protezione animali Carla Rocchi.
Accoccolate sul tappeto dell’anticamera della presidenza della Camera, guardate da commessi in divisa e guanti bianchi, le due pecorelle (che ovviamente belavano e che sono forse i primi animali vivi ad entrare «ufficialmente» nella sede parlamentare) non si trasferiranno nella casa di Boldrini («non ho un giardino e il mio gatto, Gigi, potrebbe risentirsi», spiega) ma resteranno nella fattoria didattica dove sono nate e vivono.
«Secondo me si candideranno in Parlamento», dice scherzando Carla Rocchi mentre presenta le pecorelle «che si sono già adeguate al Palazzo» ad una entusiasta Boldrini, felice perchè «sono state salvate dalla macellazione».
«Io mi occuperò di quello che servirà loro, ed andrò a trovarle», promette la presidente di Montecitorio, sostenendo che «adottare un agnellino significa salvargli la vita». Specialmente alla vigilia di Pasqua: la festa che dai tempi di Mosè ogni anno segna una «strage» di ovini per la delizia delle tavole imbandite a festa.
L’incontro a Montecitorio è stato occasione per fare il punto sulla campagna di sensibilizzazione dell’Enpa sul rispetto degli animali «che ha determinato un calo delle vendite degli agnelli», sostiene orgogliosa Rocchi.
«Far venire qui questi due agnellini - dice Boldrini - ha il senso di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ad una campagna importante che mira a far capire agli italiani che gli animali vanno rispettati e non trattati con crudeltà».
Su questa cosa, si trova d'accordo con Silvio Berlusconi.