Influenza, bambini a letto Gli anziani invece reggono
Bambini trentini i più colpiti in Italia dall’ondata di influenza che sta attraversando anche l’Italia, mentre gli over 65 restano quasi immuni dal virus. Nella settimana tra l’11 e il 17 dicembre, secondo i dati Influnet dell’Istituto superiore di sanità, nella nostra provincia gli under 4 anni hanno fatto segnare un raddoppio dei casi in una settimana: da poco più del 2% degli assistiti ammalati, si è passati a quasi il 5% (46,2 casi per 1.000) quasi 4 volte rispetto all’incidenza a livello nazionale, dove i malati si sono fermati nella stessa settimana al 12,68 per mille 1,2%). A livello di over 65 quelli trentini si sono ammalati oltre 15 volte in meno rispetto ai concittadini più giovani: 3,04 casi per mille sono quelli segnalati dai medici trentini a Influnet, contro l’1,99 per mille italiano (circa 1,5 volte in più).
«Le ragioni per il fatto che i bambini con meno di 4 anni sono più ammalati degli over 65 dipende da due cause - spiega Valter Carraro, responsabile dell’Unione operativa di igiene e sanità pubblica - Da una parte i più piccoli hanno incontrato nella loro vita meno volte l’influenza e quindi il loro sistema immunitario ha meno armi contro il virus. Dall’altra, gli over 65 sono anche quelli che si vaccinano di più contro il virus, e quest’anno l’impressione è che ci sia stata una maggiore copertura da parte di questa fascia di età, anche se i numeri definitivi li avremo a fine gennaio».
Il Trentino, secondo i dati di Influnet, è l’area italiana più colpita con un’incidenza totale dei casi di persone colpite pari all’11,25 per mille contro una media italiana del 4,5 circa. Il dato, spiega Carraro, va comunque depurato dal fatto che i medici trentini sono quelli che segnalano maggiormente i casi e sono più ligi al compito e quindi il numero più elevato potrebbe dipendere anche da questo aspetto.
Certo è, invece, il fatto che «siamo ormai nella fase acuta dell’influenza, che è arrivata in anticipo, così come in anticipo per fine anno dovrebbe arrivare il picco» sottolinea Carraro. L’aspetto positivo è che «circa un mese dopo il picco, la stagione dell’influenza dovrebbe andarsene. Mentre gli altri anni ciò accadeva a febbraio, quest’anno i tempi saranno anticipati».
Sulla virulenza dell’ondata di quest’anno, Carraro spiega che non è ancora possibile fare un bilancio dell’influenza. Mentre si è già in grado di dire che alla fine del periodo dell’epidemia i trentini che saranno stati costretti a letto saranno circa «il 10% della popolazione, pari a circa 50.000 persone».
Per le vaccinazioni, dice Carraro, «c’è ancora la possibilità di farle all’Azienda sanitaria». Ma certo la qualità della protezione è inferiore rispetto a chi l’ha fatta prima dell’arrivo dell’ondata di influenza.
Nell’ultima settimana, il virus in Trentino ha visto un raddoppio della propria incidenza sulla popolazione. Nella settimana tra il 4 e il 10 dicembre infatti la quota di assistiti con febbre e sintomi influenzali era pari al 5,43 per mille, in quella successiva, si è passati all’11,25 per mille. Se si considerano le fasce anagrafiche, ecco che, come detto, i casi decrescono col crescere dell’età. I bambini tra 0 e 4 anni vedono colpiti dal virus il 47,20 per mille degli assistiti, quelli tra 5 e 11 anni il 15,52 per mille, tra i 15 e i 64 anni il 5,05 per mille e gli over 65 il 3,04 per mille.