L'influenza più dura: 70mila trentini a letto Segnalati tredici casi gravi, 4 le vittime

di Angelo Conte

L’ondata di influenza che si sta esaurendo ha avuto fionora un bilancio di morti e casi gravi che hanno colpito tredici persone.

In particolare, spiega Valter Carraro responsabile dell’Unità operativa igiene e prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale, ci sono stati quattro decessi collegabili al virus influenzale e alle sue conseguenze mentre in totale sono stati 13 complessivamente i cosiddetti casi gravi, ovvero quelli per cui i pazienti sono finiti in rianimazione per problemi respiratori gravi, ossia quando i polmoni non lavorano più in maniera autonoma e serve un intervento medico per evitare il peggio.
In ogni caso, a essere colpiti dalle complicazioni collegate all’influenza sono state 13 persone con età che vanno da 80 anni nel caso del paziente più anziano a 42 anni per quanto riguarda invece la persona più giovane ricoverata in rianimazione a causa delle conseguenze della malattia.

In particolare, poi, sono stati quattro i morti che Carraro spiega sono stati classificati come dovuti alle conseguenze dell’ondata influenzale. Che quest’anno in Trentino è stata diversa rispetto a quanto accaduto tra la fine del 2016 e i primi mesi del 2017. La stagione influenzale in Trentino, oltre a iniziare prima rispetto al resto del Paese, ha avuto anche una diffusione e un numero di casi molto più elevati rispetto all’inverno 2016/2017. Se l’anno scorso si potevano stimare in circa 50.000 i trentini costretti a letto a causa dell’influenza, quest’anno si dovrebbe arrivare a 70.000 circa, commenta Carraro. La maggior diffusione di casi di influenza ha contemplato anche una maggior diffusioni di casi gravi rispetto alla media del passato. Per capire se i decessi registrati durante l’epidemia influenzale per le persone anziane o deboli sono collegati al virus influenzale o a altre patologie contemporanee vengono di norma effettuate prove di laboratorio.

Prima di avere un bilancio completo occorrerà attendere la fine della stagione influenzale che è ancora in atto, visto che si registrano tuttora dei casi di malattia legati al virus. Il picco, in ogni caso, era stato superato ancora attorno a metà gennaio, anche se la frequenza dei casi è rimasta comunque alta per altre settimane successivamente. E anche a inizio marzo, secondo i dati di Influnet pubblicati da parte dell’Istituto superiore di sanità, in Trentino i casi non sono del tutto esauriti. In particolare i casi segnalati tra il 26 febbraio e il 4 marzo dai cosiddetti medici sentinella sono stati 59 su un totale di 13.009 assistiti con una incidenza che scende al 4,54 per mille contro il 4,6 per mille italiano. La frequenza maggiore si registra nei bimbi tra 0 e 4 anni con il 14,57 per mille di incidenza, il più basso in quelli tra 5 e 14 anni con il 3,26 per mille.

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