Cervello come hard disk, riscrive memoria sui brutti ricordi
Il cervello funziona come un hard disk: riscrive nuovi dati sui vecchi ricordi, soprattutto quando sono brutti o traumatici. Sono stati infatti individuati i neuroni che aiutano a 'cancellare' i ricordi di esperienze traumatiche, liberando la mente da ansie e paure che possono provocare problemi, come il disturbo da stress post traumatico.
"Per la prima volta abbiamo fatto luce sui processi con cui si possono trattare con successo i ricordi traumatici", commenta Johannes Gräff, coordinatore dello studio condotto dai ricercatori del Politecnico di Losanna e pubblicato dalla rivista Science. Gli studiosi svizzeri hanno scoperto come lavora il cervello quando cerca di affievolire le paure legate a traumi lontani: lo fa 'riscrivendo' sopra gli stessi neuroni che avevano contribuito a formare e conservare il ricordo traumatico, e che si trovano nel giro dentato, un'area dell'ippocampo il cui compito è codificare, ricordare e ridurre le paure. Una scoperta cui sono arrivati lavorando sui topi.
"Per far dimenticare un trauma è efficace riesporre la persona a vivere lo stesso trauma ma in modo controllato, con situazioni che lo rievocano", spiega Yuri Bozzi, del Cimec (Centro Mente/Cervello dell'Università di Trento). Ad esempio ai soldati vengono mostrate immagini del campo di combattimento.
"In questo modo il cervello impara di nuovo a controllare gli stati d'ansia che emergerebbero vedendo le immagini di guerra", continua. Con i topi hanno adottato un approccio simile. Nel loro caso il trauma era una piccola scossa elettrica. Grazie ad una modifica genetica e una proteina fluorescente, i ricercatori hanno potuto identificare le cellule del cervello che si attivavano quando l'animale subiva il trauma, e dopo la terapia di recupero, scoprendo una cosa "per niente scontata, e cioè che i neuroni che formavano il ricordo traumatico erano gli stessi che servivano a cancellarlo. In altre parole il cervello 'riscrive' sopra lo stesso circuito di memorie del trauma - conclude Bozzi - Un risultato che aiuta a capire quali sono le cellule delle paure e dà solide basi biologiche alla psicologia".