Da 170mila anni l'uomo cuoce bulbi e tuberi
Da almeno 170 mila anni l'uomo cuoce bulbi e tuberi. E' stato scoperto in Sudafrica, nella Border Cave sui Monti Lebombo, il più antico esempio di cottura di alcune piante amidacee. Rizomi (categoria che comprende anche le parti della pianta che sono sotto terra), un po' come le patate.
Questa scoperta fornisce, secondo gli studiosi, una visione affascinante dei comportamenti dei primi umani moderni nell'Africa meridionale e fa notare come, anche in quell'epoca, si usavano strumenti (in quel caso bastoncini di legno) per estrarre le piante dal terreno. "È straordinario che resti di piante così fragili siano sopravvissute per così tanto tempo", dice Christine Sievers ricercatrice dell'Università del Witwatersran che ha partecipato allo studio pubblicato sulla rivista scientifica Science.
I resti carbonizzati di queste piante sono state scoperte durante gli scavi del 2015 svolti nella caverna. Più nel dettaglio si tratta di rizomi di Hypoxis, pianta che nel suo genere ha varietà oggi conosciute come la "patata africana", ricca di carboidrati e con un valore energetico di circa 500 KJ per 100 grammi.
Crudi sono commestibili, ma i rizomi sono fibrosi e duri fino a quando non vengono cotti.ßSono ricchi di amido e sarebbero stati un alimento vegetale base ideale per la loro dieta. Cucinare i rizomi, così ricchi di fibre, li avrebbe resi più facili da sbucciare e da digerire, in modo da poterne consumare in numero superiore e per avere un maggior beneficio nutrizionale. "La scoperta implica anche l'uso di bastoncini da scavo in legno per estrarre i rizomi dal terreno. Uno di questi strumenti è stato trovato nella Border Cave ed è datato direttamente a circa 40.000 anni fa", dice il coautore del lavoro e il condirettore dello scavo, il professor Francesco d'Errico, ricercatore delle Università di Bordeaux e Bergen.
I rizomi di Hypoxis sono stati in gran parte recuperati dai camini e dalle discariche di cenere.ßGli abitanti della grotta avrebbero scavato i rizomi dalla collina vicino alla grotta, e li avrebbero riportati alla caverna per cucinarli nelle ceneri dei camini.