Covid, i consigli della pediatra «Se il bambino presenta sintomi è meglio un controllo in più»
Preoccupazione, ma anche la consapevolezza che, lavorando insieme, sarà possibile gestire i prossimi mesi della pandemia Covid con serenità.
La pediatra Lorena Filippi (foto), componente dell'Ordine dei medici con studio a San Michele all'Adige, ha affrontato in questa settimana una mole di lavoro davvero importante.
Ben 74 chiamate nella sola giornata di lunedì della scorsa settimana quasi altrettante martedì. "Colpa", se così si può dire, della riapertura delle scuole di ogni grado ma, soprattutto, delle preoccupazioni dei genitori che in questo periodo vedono i figli piccoli manifestare qualche sintomo influenzale. Si perché, nella maggior parte dei casi, proprio di questo si tratta: una nottata con un po' di febbre, qualche colpo di tosse, un paio di starnuti.
Tuttavia, in particolar modo per quanto riguarda i bambini delle scuole materne, qualche avvisaglia influenzale può spesso far scattare il panico o l'ansia legati ad un possibile caso di Covid. Complessivamente, spiega la dottoressa, tra tutti i casi affrontati nell'ultima settimana sono stati ordinati circa una decina di tamponi i primi due giorni ed un paio i successivi. Gli esiti, afferma con soddisfazione, tutti negativi.
«Per quanto non sia piacevole sottoporre un bambino piccolo al tampone, meglio sempre fare un controllo in più soprattutto quanto compaiono più sintomi contemporaneamente - spiega Filippi. - Una volta passata la segnalazione all'Ufficio di Igiene, in 24 o 48 ore i genitori vengono contattati e, nelle medesime tempistiche, ricevono l'esito. Il problema è che, in alcuni casi, dopo il verificarsi dei sintomi i bambini stanno già meglio il giorno dopo, tuttavia devono comunque rispettare i tempi imposti dalla prassi di controllo. In questo modo però perdono giorni di scuola e i genitori rinunciano al lavoro, non potendo contare sui nonni in quanto categoria sensibile».
L'attività nello studio della dottoressa Filippi è davvero intensa: ben tre i telefoni a disposizione che, con cadenza quasi regolare, squillano uno dopo l'altro (se non nello stesso momento). Una videochiamata per valutare lo stato di un bambino, l'accoglienza di un altro piccolo paziente e poi una telefonata e l'invio dei certificati. Un impegno dopo l'altro, ma sempre con la massima disponibilità da parte di tutti i pediatri, spiega Filippi, per venire incontro alle esigenze di tutti i genitori in questo momento molto delicato.
Anche perché non tutte le scuole ragionano allo stesso modo, con alcune maestre che mandano a casa i bambini dopo qualche colpo di tosse ed altre che invece, pur rispettando tutte le precauzioni e i protocolli del caso, vogliono evitare di impedire ai bambini di frequentare le strutture solo per qualche starnuto estemporaneo.
Insomma, va prestata la giusta attenzione ma non si devono creare allarmismi, perché fino a questo momento il sistema di monitoraggio sta funzionando in modo eccellente. «La cosa più importante è che si viva questa situazione serenamente, senza particolari ansie - ha concluso la dottoressa. - So che sottoporre il proprio figlio al tampone può destare preoccupazione, ma non è così. In moltissimi casi i più piccoli sono asintomatici, oppure manifestano i sintomi banali e tipici di un'influenza, dunque i problemi sono molto limitati. I bambini non rischiano, ma certamente possono diffondere il virus ed è per questo che dobbiamo continuare a tenere l'allerta alta. Il messaggio che voglio far passare è questo: non bisogna farsi prendere dal panico e dall'ansia, possiamo gestire questa situazione insieme e ci sono sicuramente cose peggiori del Covid».