Covid, presto con il Cibio i nuovi test salivari Fino a tremila al giorno
Il Trentino si sta attrezzando per potenziare notevolmente la propria capacità di test per l'individuazione del nuovo coronavirus.
Oggi pomeriggio il rettore Paolo Collini ha annunciato che il Cibio (Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata dell'Università) sarà pronto entro poche settimane con test salivari che potranno essere eseguiti in grande quantità, fino a 3mila al giorno, con tempi di refertazione che andranno da poche ore a un massimo stimato di 24 ore. Dunque, una forte accelerazione per rispondere alle crescenti esigenze di diagnosi rapide, per sbloccar eil collo di bottiglia che si sta creando in questo ambito, con l'aumentare dei positivi e dei loro contatti da testare.
«Se ne occuperà - ha spiegato Collini - la struttura di Mattarello, con laboratori dell'Università. Si tratta di test molto utili per attività di screening, anche se ancora non validati dall'Istituto superiore di sanità».
La validazione dell'impiego della saliva quale campione in sostituzione del prelievo nasale è stata peraltro annunciata come imminente, nelle ultime settimane, sia dal ministro della salute, Roberto Speranza, sia dal suo vice Pierpaolo Sileri.
Per attuare questo nuovo sistema diagnostico, che affianca quelli già funzionanti, è stato stanziato un milione di euro. «Con questa operazione - commenta il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti - il Trentino si pone all'avanguardia nel decisivo terreno dei test covid in tempi rapidi per individuare e isolare le persone contagiose».
In sostanza si tratterà di test che dal punto di vista funzionale hanno caratteristiche simili ai tamponi molecolari, cambia per l'appunto la sostanza organica analizzata, alla ricerca dell'Rna virale: non il materiale biologico rinofaringeo ottenuto tramite l'inserimento di un bastoncino nelle narici, bensì della saliva.
Si tratta di test in in grado di inviduare con elevata precisione i soggetti positivi, anche asintomatici ma probabilmente contagiosi.
Ma i prelievi salivari presentano diversi vantaggi, a cominciare dalle modalità e dal personale necessario per eseguirlo. Infatti, prelevare un po' di saliva è assai meno invasivo (e doloroso) rispetto alla necessità di arrivare fino in fondo alle cavità nasali con un bastoncino: dunque, sarà molto più semplice e veloce, per esempio, sottoporre a tampone i bambini anche nell'ambito di screening a tappeto nelle scuole.
Per quanto riguarda il personale, altro aspetto rilevante, va sottolineato che data la semplicità dell'operazione non è necessario che a occuparsi del prelievo sia una figura professionale abilitata, come nel caso degli altri tamponi, ossia un medico o un infermiere.
Sull'attendibilità di questi test rapidi salivari è confortante il parere scientifico del virologo del Cibio Massimo Pzzato, raccolto poco fa dall'Adige.it: «Ormai è dimostrato dai test in laboratorio che la saliva rappresenta un camipone diagnostico di elevata qualità, che consente dunque di effettutare analisi rapide e affidabili».
Che i test salivari sono sufficientemente attendibili e potrebbero rappresentare un approccio utile per screening di massa lo conferma anche un recente studio giapponese dell'Università di Hokkaido pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases.
Gli esperti hanno confrontato tamponi e test salivari eseguiti su quasi 2000 individui asintomatici per lo screening del coronavirus. Il numero di risultati positivi e negativi alle due tipologie di test è risultato molto simile, con i tamponi e i test salivari in grado di intercettare i positivi rispettivamente nel 77-93 per cento e nell'83-97 per cento dei casi. Entrambi i test sono risultati anche in grado di intercettare i negativi nel 99,9% dei soggetti testati. Anche la carica virale rilevata è risultata simile con i due test. Gli esperti hanno anche confrontato 2 modalità di rilevamento del materiale genetico virale, la classica PCR (per l'identificazione molecolare, ndr) e la più rapida ma attualmente meno usata RT-LAMP.
«I test salivari hanno un significativo vantaggio logistico rispetto ai tamponi», spiega Takanori Teshima, che ha condotto lo studio.
«La raccolta della saliva è indolore e fai-da-te e, cosa ancora più importante, elimina lo stretto contatto con l'operatore sanitario, riducendo il rischio di esposizione virale". La ricerca del virus nei campioni usati per test salivari e tamponi (saliva o muco), inoltre, si può fare oltre che con la classica PCR' anche con il metodo più rapido RT-LAMP, sottolinea Teshima, infatti abbiamo visto che la sensibilità di RT-LAMP (capacità di identificare correttamente i positivi al virus) non è significativamente inferiore a quella della PCR, suggerendo RT-LAMP (metodo di analisi rapida strumentale, ndr) come valida alternativa per diagnosticare il covid-19, specie laddove il risultato è richiesto immediatamente al momento e nel luogo in cui viene effettuato il test», conclude l'esperto.