Sophia Loren promuove una ecopelliccia bio
Vere, quasi vere, in realtà finte. Le pellicce ecologiche, come si dice in gergo 'faux fur', sono diventate un classico del guardaroba invernale.
Sophia Loren, che potrebbe essere protagonista agli Oscar per la sua interpretazione in La vita davanti a sè con la regia del figlio Edoardo Ponti, ha indossato una creazione della McCartney, un cappotto lungo in Koba Fur Free Fur, la prima pelliccia a base biologica, prodotta con l'utilizzo di ingredienti vegetali (al 37%) vegana e cruelty free della Collezione Spring 2021.
Di sicuro le nuove pellicce sono cruelty free, per realizzarle non sono stati uccisi animali, nè selvaggi, nè in allevamento. Ma è davvero tutto così verde?
A parte quelle fatte di lana delle griffe specializzate, la maggioranza delle pellicce comunemente chiamate ‘ecologiche’ non sono in materiali 'naturali' perché sono composte da miscele di fibre sintetiche, come nylon, acrilico, poliestere e così via. Poi c’è il Kanecaron, una fibra sintetica contenente acrilonitrile dal 30 all’85% (la base della plastica). Messa a punto negli anni ’50 dal colosso mondiale della chimica Kaneka, in Giappone, è fra le più usate per fare pellicce artificiali, coperte, peluche per i bambini e parrucche ignifughe e resistenti (il kanecaron era in origine un materiale usato per le tute protettive dei pompieri).
Ora l'apripista Sella McCartney lancia la Koba, la prima a base biologica. Contiene anche poliestere riciclato e può essere a sua volta riciclata al termine della sua vita . Del resto se gli animalisti si ritengono soddisfatti lo sono meno gli ambientalisti, in particolare i Millennial che fanno la spesa considerando sempre di più il rispetto per l’ambiente. L'innovazione della stilista inglese va in quella direzione