Ma chi ha avuto il covid-19 deve essere vaccinato? Coppola: «L'Apss ci spieghi se serve e se è sicuro» Il professor Galli: intanto diamo quelle dosi ad altri
Aumentano nel mondo scientifico le voci di esperti che invitano a sospendere le vaccinazioni covid su persone già risultate positive al virus (e dunque in qualche misura immunizzate), perché si ritiene più utile destinare quelle dosi preziose su altri cittadini.
«Più di 2 milioni sono in Italia i guariti da covid-19 che sanno di esserlo. Nessun dato scientifico sostiene la immediata necessità e la sicurezza del vaccino nel loro caso. Nei guariti non va quindi praticato almeno fino a che non ne sapremo di più», scrive il direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, il noto esperto Massimo Galli, che ieri sera in tv .
Sul tema interviene anche Lucia Coppola, consigliera provinciale di Europa verde, che chiede lumi in proposito.
In un'interrogazione, l'esponente ecologista, chiede «quale sia, nella campagna vaccinale in corso, il comportamento dell'Apss nei confronti del personale sanitario guarito da infezione da coronavirus, ossia se somministra il vaccino oppure applica altri approcci procedurali; nel caso che somministri il vaccino o usi altri approcci procedurali e su quali basi scientifiche; se nei soggetti che sono guariti dall’infezione e poi sono stati vaccinati si sono osservati fenomeni collaterali più frequenti rispetto a quelli che non hanno mai contratto il covid-19».
Su quest'ultimo punto, intervenendo in tv ieri sera, lo stesso Galli ha spiegato che nel suo ospedale il maggior numero di reazioni avverse riguardavano per l'appunto persone vaccinate malgrado avessero già avuto l'infezione.
«Molte persone che hanno contratto già il covid - prosege Coppola - si chiedono se devono comunque fare il vaccino.
Le risposte variano, nel mondo della scienza, così come varia la risposta immunitaria da soggetti a soggetto. In mancanza di dati concreti, gli esperti sono divisi. C’è chi, come il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ritiene che “chi ha superato l’infezione da Coronavirus non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato gli anticorpi naturali”.
Tuttavia, non sapendo ancora esattamente quanto dura l’immunità (un recente articolo su Science indica che potrebbe durare almeno 4 mesi), si dovrebbe controllare nel tempo il livello di questi anticorpi “e quando questi dovessero scendere, considerare una vaccinazione”. D’altra parte c’è chi sostiene che la vaccinazione garantisca comunque una protezione più efficace. Tra questi l’immunologo dell’Università di Milano Sergio Abrignani che ha sottolineato come “la vaccinazione Covid dopo la malattia avrebbe la valenza di un richiamo”».