Vaccini anti-covid, cambiano le categorie prioritarie: entrano anche i genitori di bimbi immunodepressi

Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della salute, ha spiegato poco fa in audizione in Parlamento che si sta rivedendo il piano vaccinale per modificare le categorie prioritarie inserendovi fra le altre quella dei genitori di bambini immunodepressi.

"Ieri - ha sottolineato - c'è stata la prima riunione con la commissione salute delle Regioni e spero, entro dopodomani, di portare alla Conferenza Stato Regioni nuove raccomandazioni ad interim" sui gruppi target a cui offrire con priorità la vaccinazione, gruppi che potrebbero includere anche caregiver, genitori di bambini immunodepressi e ospiti di comunità.

"Poiché ora abbiamo disponibili più vaccini, dobbiamo riformulare raccomandazioni ad interim e lo stiamo facendo", ha sottolineato.

L'aggiornamento delle indicazioni delle categorie da vaccinare, ha spiegato Rezza, "prevedranno maggior flessibilità" e anche la possibilità di estendere la vaccinazione "alla figura del caregiver, in particolare penso ad esempio ai genitori di bambini immunodepressi, che dovranno avere una priorità nelle vaccinazioni. Così come agli ospiti delle comunità, come quelle per i malati di mente e dei portatori di handicap. Non può esserci un piano vaccinale perfetto, ma quello che serve è un'accelerazione fortissima della campagna vaccinale".

Sul fronte delle previsioni per uscire finalmente dalla pandemia, l'altro dirigente ministeriale, indica una forbice temporale piuttosto larga: parla infatti di ritorno alla normalità fra sette-quindici mesi, um riferimento temproale, dunque, piuttosto vago.
 
D'altra parte, l'incertezza sul flusso delle dosi di vaccino e sulla capacità di somministrarle, rende complicato fare previsioni abbastanza precise.

"Abbiamo di recente messo a punto - ha detto Rezza - con l'Istituto superiore di sanità e la fondazione Bruno Kessler un modello matematico per capire quando potremo tornare a una pseudo-normalità. Se assumiamo che il vaccino protegga dall'infezione e che la fondazione protegga almeno per due anni, vaccinando 240.000 persone al giorno riusciremo in 7-15 mesi a tornare alla normalità".

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