Demenze gravi, nelle case di riposo trentine arrivano i nuovi centri per le terapie
L'annuncio della giunta provinciale: i nuovi servizi avranno la funzione di assistere persone residenti negli ospizi o al proprio domicilio. L'assessora Segnana "Le strutture diventeranno un punto di riferimento della rete sul territorio". Il progetto pilota parte il 4 aprile alla rsa San Bartolomeo di Trento e a Pinzolo
LO STUDIO In regione sempre più anziani soli
TRENTO. La giunta provinciale di Trento ha adottato un nuovo modello di centro per demenze gravi all'interno delle Rsa, in attuazione di un obiettivo del Piano provinciale demenze.
L'esecutivo - informa una nota - ha inoltre stabilito, su proposta dell'assessore alla salute Stefania Segnana, di avviare una fase pilota che coinvolgerà la Rsa di San Bartolomeo, gestita dall'Apsp Civica di Trento (20 posti letto), e la Rsa di Pinzolo, gestita dall'Apsp "A. Collini" (15 posti letto), prima della diffusione del modello sul territorio trentino.
La spesa annua prevista è di circa 125.000 euro, legata alla nuova figura del terapista occupazionale e all'incremento delle ore dello psicologo.
"Si tratta di una revisione innovativa del progetto delle demenze in Trentino: i centri avranno la funzione di assistere persone con demenza, residenti nelle Rsa e al proprio domicilio, diventando un punto di riferimento della rete dei servizi sul territorio", ha spiegato Segnana.
Il progetto pilota partirà il prossimo 4 aprile, durerà un anno e sarà monitorata da uno staff di referenti dei servizi coinvolti, coordinati da un referente nominato dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss). Si prevede una forte integrazione tra équipe, rsa, centro per i disturbi cognitivi e le demenze, Unità di valutazione multidisciplinare e i servizi sociali delle Comunità di riferimento.
Attualmente i nuclei per demenze gravi, convenzionati con Apss, sono presenti in 23 Rsa territoriali, per 210 posti letto.
Il nuovo modello è stato elaborato in collaborazione con il tavolo di monitoraggio del Piano demenze composto da rappresentanti della Provincia, Apss, Mmg, Comunità, Consolida, Upipa, associazioni Alzheimer.
La direttrice dell'Ufficio provinciale politiche sanitarie Micaela Gilli ha quindi illustrato le novità del progetto, che prevede la presenza di una nuova figura, quella del terapista occupazionale, o terapista della riabilitazione psichiatrica, nonché un aumento delle ore dello psicologo. Obiettivo è aprirsi al territorio, offrire un affiancamento e un supporto alle famiglie e costruire percorsi di cura sempre più personalizzati.
La fase pilota sarà monitorata da uno staff di referenti dei servizi coinvolti coordinati da un referente nominato da ApssS. È prevista la presentazione di un report alla Provincia a 6 mesi e al termine della fase, sulla base del quale potranno essere apportate modifiche al modello.
Il progetto sarà poi trasmesso all'Istituto superiore di sanità, che guarda con interesse a questa sperimentazione. La spesa annua è di circa 125.000 euro, legata alla nuova figura del terapista occupazionale e all'incremento delle ore dello psicologo.