La stretta Ue sui pesticidi, Assomela non ci sta: proposta inadeguata, imporrebbe all'Italia una riduzione del 62%
L'Associazione dei produttori critica il regolamento per l'uso sostenibile dei fitofarmaci elaborato dalla commissione europea. Contrari anche numerosi Stati membri, fra cui l'Italia. Per cinque anni gli agricoltori potranno essere compensati con fondi Pac a fronte dell'obbligo di fare ricorso a metodi alternativi di lotta ai parassiti. Ma dal settore ortofrutticolo arriva la protesta
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TRENTO. La proposta di regolamento della Commissione europea per l'uso sostenibile dei fitofarmaci (Sur) che, se venisse applicata così come è ora, imporrebbe all'Italia una riduzione del 62% dell'uso dei fitofarmaci, appare oggi "più che mai una proposta inadeguata e debole, in particolare per la mancanza di adeguati studi di impatto da parte delle autorità europee che non hanno considerato i possibili effetti sulle aziende conseguenti all'applicazione delle strategie".
Questa la risposta di Assomela, l'Associazione dei produttori di mele italiani, che rappresenta circa il 75% della produzione melicola nazionale ed il 20% di quella europea, alla consultazione pubblica promossa dalla Commissione.
La Commissione europea propone in sostanza obiettivi vincolanti a livello Ue e nazionale per dimezzarne l'uso entro il 2030 rispetto al 2015-17, incentivando i metodi alternativi.
Per cinque anni gli agricoltori potranno essere compensati con fondi Pac per l'obbligo di fare ricorso a metodi di lotta ai parassiti alternativi ai pesticidi. La commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, illustrando le nuove misure Ue per ridurre l'uso dei pesticidi, ha sottolineato: "Per la prima volta, compiamo un passo eccezionale e modifichiamo le regole della politica agricola comune per sostenere finanziariamente gli agricoltori nel coprire i costi di tutte queste regole e requisiti per un periodo di 5 anni".
I Paesi membri potranno prevedere di finanziare la misura sui pesticidi, anche se obbligatoria, tra gli eco-regimi di pagamento Pac, oppure tra gli interventi agroambientali e per gli investimenti nei Piani di sviluppo rurale. "Accompagneremo anche la transizione aumentando la gamma di alternative biologiche e a basso rischio sul mercato e attraverso la continua ricerca, innovazione e nuove tecnologie - ha sottolineato Kyriakides -. Dall'inizio del nostro mandato, abbiamo approvato 20 alternative a basso rischio. Questo lavoro ora continuerà e accelererà".
La proposta della Commissione, che trasforma in regolamento quello che prima era una direttiva - sostiene Assomela - "sarebbe estremamente penalizzante per il settore ortofrutticolo italiano ed europeo che da anni continuano ad investire nello sviluppo e nell'applicazione di soluzioni sostenibili per la protezione delle colture".
Per i produttori, inoltre, "l'inevitabile calo della produzione agricola europea potrebbe aumentare la dipendenza dalle importazioni da Paesi terzi, di qualità e sicurezza meno verificabili, alle quali, al momento, non verrebbero applicate le stesse condizioni imposte ai produttori europei".
Un altro elemento molto preoccupante della proposta del regolamento è per l'associazione la definizione poco chiara di "aree sensibili" in cui l'uso di tutti i prodotti fitosanitari sarebbe vietato (fra questi figurano, per esempio, i parchi cittadini). "Un divieto totale dei prodotti fitosanitari in queste aree, oltre alla perdita di produzione, potrebbe favorire la comparsa di nuovi parassiti e di malattie secondarie", si legge ancora nella comunicazione di Assomela.
Intanto, diciassette Paesi, tra cui l'Italia, frenano sulla nuova legislazione che stabilisce obiettivi Ue e nazionali per la riduzione dei pesticidi.
La maggioranza dei ministri dell'Agricoltura ha chiesto alla Commissione europea una nuova valutazione dell'impatto economico del regolamento sull'uso sostenibile dei pesticidi. Il che equivarrebbe a fermare il processo legislativo in attesa del documento.
Per i ministri l'analisi già presentata è carente soprattutto nella parte degli impatti sulla produzione alimentare in Europa, oltre a non tener conto della situazione dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
Un gruppo più piccolo di Paesi, tra cui Francia, Germania e Spagna, ha chiesto di andare avanti, indicando però la necessità di maggiori informazioni da parte della Commissione su elementi come la definizione delle aree sensibili su cui l'uso di pesticidi sara' completamente vietato, la reciprocità delle misure per i prodotti importati e le possibili alternative alla chimica a disposizione degli agricoltori europei.