Sanità / Il nodo

Negli ospedali di Cles e Cavalese sono presenti due pediatri sui dodici previsti

I vari tentativi di reclutamento non hanno dato risultati utili per i due punti nascita e ora, con il nuovo quadro normativo, è più complicato anche ricorrere ai medici "gettonisti". La Federazione pediatri: «Non ha senso tenere aperti reparti con 6-7 posti letto o punti nascita che eseguono meno di 500 parti l'anno»

APSS Caccia ai medici nei punti nascita periferici
TRENTINO Mancano ginecologi in periferia: turnisti a 1.152 euro

ALLARME Scarlattina, casi triplicati e aumentano le malattie batteriche
POLEMICA Il botta e risposta sulle condizioni di lavoro degli infermieri
LA STORIA «Ecco perché ce ne siamo andati a lavorare a Bolzano»

 

di Patrizia Todesco

TRENTO. La carenza di pediatri negli ospedali, soprattutto nei punti nascita di Cles e Cavalese, sta diventando davvero critica tanto che - se non si trova una soluzione in tempi rapidi - è a rischio la tenuta dei punti nascita stessi considerato che la presenza del pediatra è da sempre ritenuto requisito essenziale per la sicurezza.

Da anni Cles e Cavalese sono in sofferenza su questo fronte.

L'Azienda sanitaria ha cercato di far fronte al problema con gettonisti e inviando medici dal reparto di pediatria di Trento.

Ora però i numeri sono davvero allarmanti e lo scrive lo stesso direttore del dipartimento risorse umane in una determina dei primi di maggio. In teoria a Cles e Cavalese dovrebbero esserci sei medici per ogni sede.

Così non è da tempo. Attualmente risultano vacanti cinque posti a Cles e due a Cavalese.

Ma il peggio deve ancora arrivare. Proprio nei giorni scorsi il direttore del dipartimento di pediatria ha comunicato che la situazione si è aggravata in entrambe i punti nascita a causa di due dirigenti medici pediatri, uno per sede che se ne andranno entro la fine dell'estate. Inoltre ai primi di giugno un pediatra di Cavalese rimarrà lontano dal lavoro per un lungo periodo.

In pratica a Cles non rimarrà più nessuno e a Cavalese due pediatri sui 6 previsti.

«Oltre a ciò - si legge nella determina - ad inizio anno sono venuti meno due dirigenti medici del pool di pediatri di Trento che supportavano la turnistica a Cles».

Impossibile anche chiedere aiuto a Rovereto, da tempo anche questo reparto è in sofferenza. Per sopperire alla carenza di personale dipendente sono stati attivati ad oggi dieci incarichi libero professionali a specialisti pediatri, di cui quattro impiegati a Cavalese e sei a Cles, ma per tutti gli incarichi scadranno a fine maggio.

Risultato vano anche il tentativo di attingere dalle due graduatorie di concorso attive: nessuno ha dato disponibilità per le sedi di Cavalese e Cles. Da qui la necessità di indire subito un nuovo concorso pubblico per la formazione di una graduatoria da utilizzare per copertura dei posti vacanti presso i punti nascita di Cles e Cavalese. Contestualmente, per non lasciare nulla di intentato, l'Azienda sanitaria ha attivato la procedura di mobilità volontaria per il passaggio diretto da altre amministrazioni.

Gli addetti ai lavori sanno quanto trovare dei professionisti disponibili a lavorare negli ospedali periferici sarà un'impresa decisamente difficile. Rimangono i gettonisti, ma il recente provvedimento del ministro Schillati che ha posto dei tetti sul loro utilizzo rende difficile coprire così tante carenze.

Il Decreto Bollette del 30 marzo stabilisce infatti che i servizi di gettonisti in cooperativa possono essere utilizzati solo nei servizi di emergenza urgenza. Attualmente 65 pediatrie ospedaliere con punti nascita in Italia sono a rischio, a causa della gravissima carenza di pediatri ospedalieri.

Per la Fimp (federazione italiana medici pediatri) per recuperare pediatri la soluzione ci sarebbe. Razionalizzare: «Non ha senso tenere aperti reparti di pediatria con 6-7 posti letto - ha detto il vicepresidente Luigi Nigri , così come punti nascita che eseguono meno di 500 parti l'anno. E poi metterci medici gettonisti per sopperire alle carenze di personale».

comments powered by Disqus