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Obesità in crescita in Trentino, 610 interventi chirurgici al Santa Chiara

Il centro è attivo dal 2012, diretto dal dottor Giuseppe Tirone. Da qualche tempo sono disponibili anche nuovi farmaci contro il sovrappeso, somministrati sotto stretto controllo medico. Il dottor Michele Motter: «Stanno dando ottimi risultati e sono sicuri, mentre la chirurgia bariatrica è la soluzione soprattutto per i grandi obesi o per chi è in sovrappeso ma con comrbidità non gestibili con i farmaci»

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di Patrizia Todesco

TRENTO - Più di 600 persone sono state sottoposte ad un intervento di chirurgia bariatrica contro l'obesità da quando, nel 2012, ha iniziato l'attività il Centro di Trento presso il reparto di chirurgia I del S. Chiara diretto dal dottor Giuseppe Tirone. Da qualche mese, poi, ci sono armi in più contro il sovrappeso. Farmaci efficaci che vengono somministrati sotto stretto controllo medico e che stanno dando ottimi risultati.

Di questo, ma anche della necessità di maggiori investimenti in questo campo considerato il forte incremento di persone che soffrono di quella che oggi viene considerata una vera e propria patologia, si è parlato recentemente in un convegno organizzato dalla Sicob, la società italiana di chirurgia dell'obesità e delle malattie metaboliche che ha riunito a Trento i maggiori esperti del Triveneto. 100 pazienti in attesaIn Trentino attualmente ci sono più di 100 pazienti obesi in attesa di un intervento di chirurgia bariatrica, ma sono solo una minima parte di quanti avrebbero bisogno di questo trattamento per migliorare le loro condizioni di salute.

«Come tutti i centri bariatrici c'è difficoltà a farsi conoscere - ammette Michele Motter, chirurgo del S. Chiara - Eppure il 33% della popolazione risulta avere problemi di obesità o sovrappeso e ci sono diverse possibilità di trattamento. I nuovi farmaci stanno dando ottimi risultati e sono sicuri, mentre la chirurgia bariatrica è la soluzione soprattutto per i grandi obesi o a chi è in sovrappeso ma con comorbidità non gestibili con i farmaci. Noi offriamo un trattamento a 360° con terapia medica, terapia dietologica, trattamento endoscopico e naturalmente trattamento chirurgico».

Le linee guida raccomandano la chirurgia bariatrica ai soggetti con un Bim (indice di massa corporea) superiore a 40, con un Bim compreso tra 35 e 40 in presenza di comorbidità che possono essere migliorate o guarite a seguito della perdita di peso o infine con un Bim compreso tra 30 e 35 kg/m2 in presenza di diabete mellito tipo 2 in condizione di difficile compenso terapeutico.

Dei 610 pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica al S. Chiara la maggioranza sono donne con un'età media tra i 40 e i 50 anni. Tantissime le storie. Come quella del sessantenne che l'obesità aveva costretto alla sedia a rotelle ma voleva accompagnare camminando la figlia all'altare.

Nel 2022 è stato operato e poi ha realizzato il suo sogno. É dimagrito, ha riniziato a muoversi e piano piano ha abbandonato la carrozzina. O quello della donna che si è sottoposta all'intervento per calare di peso e poi donare un rene al marito. Altre storie riguardano donne che a causa dell'eccessivo peso non riuscivano a concepire un figlio e che dopo l'intervento ce l'hanno fatta. Le motivazioni che spingono ognuno a intervenire e cambiare stili di vita sono diverse anche se i problemi di salute che emergono a causa dell'obesità sono solitamente la spinta principale. Costi in termini di salute e spesa sanitariaI costi in termini economici e di salute di chi è obeso o in sovrappeso sono enormi.

«Gli studi hanno evidenziato che un obeso severo costa 450 euro in più all'anno rispetto ad un normopeso. Il 59% di questo costo è legato ai ricoveri ospedalieri e il 41% alle terapie. Il rischio di ospedalizzazione è di tre vole superiore nelle persone obese ed è legato a patologie come il diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie che possono avere un netto miglioramento dopo le cure o l'intervento», spiega il dottor Motter.

«Ogni paziente che arriva al centro riceve un trattamento personalizzato e una valutazione multidisciplinare considerato che dell'equipe, oltre ai chirurghi, fanno parte anche gastroenterologi, internisti, endocrinologi, psicologi, chirurghi plastici e dietologi. «In questi anni abbiamo visto circa 3 mila pazienti e le visite chirurgiche sono state 1.310. Questo perché molti vengono sottoposti a visita internistica con valutazione della possibilità di somministrare loro il trattamento farmacologico».

Per chi invece viene sottoposto ad intervento bariatrico la degenza è in media di quattro giorni e poi segue un lungo percorso con controlli ravvicinati nei primi mesi e poi sempre più diradati. «In realtà sanno che qui possono sempre trovare dei punti di riferimento - dice Motter -e quindi per noi la loro presa in carico è a vita anche se nel giro di 6-12 mesi possono tornare ad una vita normale. La parte più difficile è cambiare lo stile alimentare ma vediamo che la gran parte ce la fanno. Si tratta di una patologia in forte crescita anche tra i giovani, con problemi anche a livello psicologici e di costi sanitari. Noi trattiamo dai 18 ai 68 anni e considerato che un trattamento efficace per obesità e sovrappeso c'è ed è importante che venga supportato e conosciuto».

Al termine del convegno organizzato a Trento era stato predisposto un documento con le priorità e i bisogni che accomunano tutti i centri bariatici del triveneto. Al primo posto l'integrazione tra azienda sanitaria e territorio per la presa in carico del paziente affetto da obesità. Poi la stesura di un Pdta e uno psicologo dedicato. E infine un maggior investimento di risorse sia nell'ambito della prevenzione che nella cura.

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