Scherma: donne da urlo, è uno storico tris

Il Mito stavolta non ha vinto ma la gioventù italiana del fioretto rosa ne prende il testimone regalando allo sport azzurro una giornata storica: un «triplete» olimpico da ricordare per sempre. Elisa Di Francisca , già campionessa del mondo due anni fa a Parigi, è la nuova regina olimpica della scherma. Ha vinto al termine di un pomeriggio appassionante, faticoso e sempre in rimonta. Ha rischiato di uscire già negli ottavi e soprattutto in semifinale contro la fortissima coreana Hyun Hee Nam, numero 2 del mondo. La sua forza è stata quella di crederci sempre

Il Mito stavolta non ha vinto ma la gioventù italiana del fioretto rosa ne prende il testimone regalando allo sport azzurro una giornata storica: un «triplete» olimpico da ricordare per sempre.  Elisa Di Francisca , già campionessa del mondo due anni fa a Parigi, è la nuova regina olimpica della scherma. Ha vinto al termine di un pomeriggio appassionante, faticoso e sempre in rimonta. Ha rischiato di uscire già negli ottavi e soprattutto in semifinale contro la fortissima coreana Hyun Hee Nam, numero 2 del mondo. La sua forza è stata quella di crederci sempre. Anche quando mancavano 58 secondi al termine dell'assalto di semifinale e la jesina soccombeva 9-5. Poi il miracolo, come spesso questo sport regala. «Last second», ma sempre col cuore, come ha fatto anche in finale battendo  Arianna Errigo  per 12-11, dopo essere stata sotto per 8-11. Le lacrime dell'avversaria dopo la premiazione testimoniano la delusione della 24enne di Monza che ha visto sfumare l'oro all'overtime.
La giornata londinese all'Exposition Center rappresenta un pò il desiderio che ogni sportivo culla nel petto: vedere i suoi atleti su ogni gradino del podio. L'Italia del fioretto ha abituato spesso a questi sogni, con lo stesso ordine di ieri (Di Francisca, Errigo, Vezzali) il podio tutto azzurro si era già manifestato nel giugno scorso in Coppa del Mondo a San Pietroburgo, e il Dream Team rosa non ha deluso gli italiani nemmeno ieri.
 Valentina Vezzali , a 38 anni, si ferma ad un passo dalla leggenda (eguagliare i miti Carl Lewis e Al Oerter, 4 ori olimpici consecutivi) e cede il testimone alla rivale trentenne, e concittadina di Jesi, Elisa di Francisco ed alla lombarda Errigo, «killer» della campionissima marchigiana in semifinale dopo averla già battuta quest'anno anche agli Europei di Milano.
La gioventù ha chiesto strada, se l'è presa e portata fino in fondo, in un pomeriggio di assalti, urla, grida nel catino londinese dell'Excel, un mastodontico centro conferenze, molto poco olimpionico, a due passi dal Tamigi.
La finale è palpitante e arriva pochi minuti dopo la finalina al cardiopalma per il bronzo che la Vezzali conquista all'ultima stoccata (sotto di due a 9 secondi dalla fine della «regular season»). Tra le due azzurre è un ping pong di stoccate e di urla liberatorie fino al 12-11 nell'extra time. Per le tre donne d'Italia una medaglia a testa, anche se l'oro premia una sola.
Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca e Arianna Errigo forse non si amano (nemmeno durante le note di Vangelis prima e di Mameli dopo hanno tradito la minima emozione tra loro) ma hanno regalato all'Italia l'Olimpiade perfetta.
«È una grandissima emozione, sono felicissima. Questo oro me lo sono sudato, in tutti i sensi».
Ci vuole qualche minuto perché Elisa Di Francisca comprenda la portata dell'impresa compiuta. . «Tutto è stato un pò in salita - ha detto la neo campionessa olimpica - Era da Pechino che volevo questa medaglia, ci sono riuscita perchè sono cambiata e maturata». Al termine della finale ha ricevuto l'abbraccio del fratello Michele e dei familiari, una sorta di «invasione di campo». Poi, alla cerimonia del podio, ha un pò contenuto la gioia nel rispetto delle sue compagne di nazionale: «Capisco che non erano contente. Fosse capitato a me, avrei riso di circostanza, per il nervoso. Valentina - ha concluso la 30enne jesina - è una grande campionessa, Arianna è molto intelligente e sa distinguere l'assalto dalla vita».
Nonostante la sconfitta, la più «ricercata» dai media resta Valentina Vezzali che tradisce la delusione. «A casa porto un bronzo e mi spiace tantissimo: volevo fare ciò che nessuna donna aveva mai fatto alle Olimpiadi. Purtroppo, però, chi ha i favori del pronostico ha sempre tantissima pressione addosso». La sua storia a cinque cerchi potrebbe non essere finita qui: «Non sono una che si piange addosso, dalle sconfitte trovo sempre una forza in più. Ora con la squadra voglio vincere una medaglia più pesante, poi voglio dare un fratellino o una sorellina a Pietro. Non è detto che non trovi motivazioni per riprovarci a Rio, a 42 anni».

comments powered by Disqus