Stadio dello slalom, tutto da rifare

«Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?»...  Avevavano in effetti fatto le corse, tra Pinzolo e Madonna di Campiglio, per realizzare in tempo utile il nuovo stadio della 3-Tre, struttura indispensaibile per riappropriarsi della Coppa del mondo. Ed erano convinti di avere ben agito, Comune di Pinzolo, spa Funivie Madonna di Campiglio e Comitato 3-Tre. Non è così, non solo la nuova struttura, come progettata, non rispetta i confini con la proprietà (una villetta degli anni Cinquanta) di  Laura  e  Alessandro Severi . Ma, ciò che è più grave, la procedura adottata dal Comune è «elusiva» della normativa sull'affidamento degli incarichi pubblici

«Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?»...  Avevavano in effetti fatto le corse, tra Pinzolo e Madonna di Campiglio, per realizzare in tempo utile il nuovo stadio della 3-Tre, struttura indispensaibile per riappropriarsi della Coppa del mondo. Ed erano convinti di avere ben agito, Comune di Pinzolo, spa Funivie Madonna di Campiglio e Comitato 3-Tre. Non è così, non solo la nuova struttura, come progettata, non rispetta i confini con la proprietà (una villetta degli anni Cinquanta) di  Laura  e  Alessandro Severi . Ma, ciò che è più grave, la procedura adottata dal Comune è «elusiva» della normativa sull'affidamento degli incarichi pubblici.
Che il Comune di Pinzolo e la spa Funivie, di cui il sindaco  William Bonomi  è vicepresidente, d'intesa con la Provincia di Trento che finanzia gran parte dell'opera, abbiano agito in buona fede, non cambia di una virgola la sostanza della vicenda. E così i giudici del Tar di Trento (presidente  Armando Pozzi , consiglieri  Lorenzo Stevanato  e  Alma Chiettini , estensore) hanno depositato ieri una sentenza che dà pienamente ragione ai proprietari Severi, condanna Comune e Provincia, in solido tra loro, a risarcire loro 8 mila euro di spese legali, ma soprattutto annulla tutti gli atti, a partire dal progetto esecutivo approvato dal Comune, relativi al nuovo stadio, 5 milioni di costo in origine previsti, strada facendo lievitati a poco meno di 8 (7,94 per l'esattezza).
Una mazzata, per Comune, spa Funivie, la località turistica e la Provincia politicamente interessata al recupero della 3-Tre. La prossima edizione, in dicembre, della gara della Coppa del mondo non è in discussione. Nubi fosche, invece, dopo la bocciatura del Tar, s'addensano sul futuro dell'evento, posto che il nuovo stadio (con le due nuove piste, quella per il gigante dalla piana di Nambino, e l'altra che si collegherà con il Canale Miramonti arrivando allo stadio dello slalom, omologabile per il SuperG) è condizione necessaria per avere al Coppa.
Già l'ordinanza del Tar del 23 febbraio scorso, nell'accogliere la domanda cautelare dei Severi, aveva fatto capire che il nodo centrale era la procedura della progettazione. Perché questo è stato pianificato e messo in atto: la spa Funivie ha incaricato della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva del nuovo stadio (complesso ospitante parcheggi, magazzini, uffici, museo, tribune scoperte, box per la tv, bar e servizi al posto di quello attuale, ndr) lo studio AB srl di Trento, poi ha «donato» il progetto al Comune che aveva nel frattempo previsto la sua realizzazione nel programma delle opere pubbliche 2011-2013 allegato al bilancio di previsione 2011. È questo il passaggio «elusivo». Perché «deve essere di regola l'Amministrazione interessata a redigere il progetto dell'opera che intende realizzare, per una serie evidente di motivi concorrenti» scrivono i giudici del Tar «tra i quali basta ricordare quello della parsimoniosa gestione del denaro pubblico evitando sprechi per inutili (se non quando, addirittura, clientelari) consulenze o servizi esterni ed affidando all'Amministrazione stessa l'elaborazione delle caratteristiche strutturali e gestionali delle opere pubbliche, conformemente a principi di utilità, effettività e congruità rispetto ai fabbisogni da soddisfare. Senza tacere, poi, dell'esigenza di evitare pericoli di pressioni o collusioni da o con gruppi economici, i quali, dietro la gratuità dell'offerta progettuale, possono celare intenti squisitamente egoistici di lucro e accaparramento». Parole sferzanti.
Né vale sostenere, come ha fatto il Comune in giudizio, che l'Amministrazione si sarebbe limitata ad accettare una «donazione da parte di soggetti privati», perché «non risulta che tra il Comune di Pinzolo e la nomitata società (la spa Funivie, ndr) sia mai stato stipulato alcun contratto di donazione che, lo si ricorda, deve essere formato per atto pubblico sotto pena di nullità».
Possibile che, a Pinzolo, nessuno fosse a conoscenza delle procedure delle donazioni e della normativa sui contratti pubblici nell'affido degli incarichi pubblici?

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