Virginia De Martin  trascina le azzurre

Cresce l'attesa per Fiemme 2013. Parla la leader dell'italfondo in rosa Virginia De Martin Topranin: «Credo di poter puntare ad un piazzamento appena a ridosso delle migliori dieci, soprattutto nella 30 chilometri. Certo, deve andare tutto bene, ma mi sento pronta. Poi spero di essere in grado - e con me anche le altre ragazze - per sfruttare l'opportunità di un mondiale in casa per farci conoscere, in fondo per quasi tutte noi questo è il primo vero mondiale che affrontiamo da protagoniste e una passerella così, se gestita bene, potrebbe fare in modo che si inizi a parlare di noi. E la cosa non sarebbe male, anche e soprattutto in ottica futura, perché questa squadra ha futuro»Vai al sito speciale del Mondiale

di Luca Perenzoni

de martinVAL DI FIEMME - In una squadra femminile che ancora deve riprendere quota dopo gli abbandoni in serie del terzetto Follis, Longa e Genuin, la leader dell'italfondo in rosa è ora Virginia De Martin Topranin che a 26 anni ancora da compiere (arriveranno ad agosto) ha già meritato sul campo i gradi di capitano della squadra. Anche ma non solo per quanto ottenuto a livello di risultati: soprattutto per un carattere ideale per portare l'equilibrio nel gruppo, pronto ad assumersi responsabilità e a spendersi per le altre. Quanto avvenuto nell'ultima tappa dello scorso Tour de Ski è esemplare, con la bellunese pronta a dettare il ritmo lungo i chilometri di avvicinamento alla rampa del Cermis per far risparmiare energie alle compagne, più adatte poi a prendere di petto la salita finale.
«Quando mi sento dare della capitana mi viene da sorridere; credo che sia una cosa naturale, fa parte del mio carattere e tutto è venuto fuori da sé: quando posso fare qualcosa per le altre, mi muovo volentieri, nella convinzione che un ambiente sereno e tranquillo possa aiutare tutti nel proprio lavoro».
Sembra quasi un manifesto in vista della staffetta.
«Sulla carta non siamo al livello delle altre, bisogna essere realisti. Ma se tutte insieme lavoriamo nella stessa direzione e grazie anche ad un pizzico di fortuna troviamo insieme la giornata giusta, secondo me potrebbe anche uscire un risultato importante. Certo, deve andare tutto alla perfezione, dalla condizione ai materiali; ma molto dipende anche da noi stesse».
Perfetto, come il percorso di avvicinamento a questi mondiali: dall'Alpe di Siusi a Passo San Pellegrino tutto è filato nei migliori dei modi ed ora per la venticinquenne di Padola non resta che pensare alla dieci giorni iridata dato che non sarà al via a Davos, nell'ultima tappa pre mondiale in programma oggi e domani.
«Abbiamo lavorato parecchio e tutto è andato per il verso giusto, tutto assolutamente perfetto. Durante i giorni a Passo San Pellegrino abbiamo potuto conoscere ancora meglio le piste dei mondiali di Lago di Tesero e mi auguro che il tutto si traduca in buoni riscontri quando sarà ora di confrontare il cronometro. Per quanto mi riguarda ho cercato di carpire i segreti del tracciato dello skiathlon, specie per quanto riguarda la parte a skating e sono rimasta ben impressionata. A livello di squadra mi preme invece sottolineare come si sia lavorato nel contesto di un clima sereno e rilassato; davvero ideale».
Insomma, non resta che tornare in Val di Fiemme per provarci, con che aspettative?

«Più che di aspettative, parlerei di obiettivi e se devo prendere in considerazione come sono andate le ultime gare di Coppa del Mondo, credo di poter puntare ad un piazzamento appena a ridosso delle migliori dieci, soprattutto nella 30 chilometri. Certo, deve andare tutto bene, ma mi sento pronta.
Poi spero di essere in grado - e con me anche le altre ragazze - per sfruttare l'opportunità di un mondiale in casa per farci conoscere, in fondo per quasi tutte noi questo è il primo vero mondiale che affrontiamo da protagoniste e una passerella così, se gestita bene, potrebbe fare in modo che si inizi a parlare di noi. E la cosa non sarebbe male, anche e soprattutto in ottica futura, perché questa squadra ha futuro».
La portacolori della Forestale sarà impegnata nello skiathlon, nella staffetta e nella 30km conclusiva; non nella prova individuale sui dieci chilometri per non chiedere troppo al suo fisco che punta soprattutto sulla prova più lunga, la più prestigiosa a livello singolo. Certo che là davanti a giocarsi il successo saranno le solite note.
«Purtroppo sì, Bjorgen e Kowalczyk con la possibile intrusione di Therese Joahug rischiano di monopolizzare l'attenzione, ai mondiali. Se dovessi puntare su una vincitrice direi Bjorgen, ma se avessi la possibilità di scegliere anche un'outsider, una possibile sorpresa, andrei sulla giapponese Masako Ishida. Sarebbe un bel colpo per lei e per il Mondiale».

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