Bresadola cerca il suo miglior salto
Davide Bresadola vuole arrivare in Val di Fiemme per provare a dare tutto, a dare il cento per cento, o meglio, «il 110 percento visto che il pubblico di casa, il tifo e l'atmosfera iridata possono darti motivazioni e stimoli particolari: fin qui in questa stagione non sono ancora riuscito a dare il massimo e vorrei farlo proprio ai mondiali»Vai al sito speciale del Mondiale
VAL DI FIEMME - Davide Bresadola vuole arrivare in Val di Fiemme per provare a dare tutto, a dare il cento per cento, o meglio, «il 110 percento visto che il pubblico di casa, il tifo e l'atmosfera iridata possono darti motivazioni e stimoli particolari: fin qui in questa stagione non sono ancora riuscito a dare il massimo e vorrei farlo proprio ai mondiali».
Solandro di Cusiano, classe '88, arruolato nel Centro Sportivo Esercito dopo essere cresciuto nella culla solandra dei saltatori, il Gs Monte Giner del presidente Massimino Bezzi si è messo inizialmente in mostra nella combinata nordica per poi abbandonare, un paio di stagioni fa, gli sci stretti e dedicarsi solo al salto, essenzialmente perché «è la cosa che mi diverte di più ed allora ho preferito pensare solo a quello, faticando un po' nel fondo».
In queste tre stagioni, una volta completato l'ambientamento, ha saputo andare per due volte a punti in Coppa del Mondo, la seconda proprio ad inizio febbraio ad Harrachow, su un trampolino da volo (K220) che ne esalta le caratteristiche e non a caso in vista dei Mondiali di Fiemme il ventiquattrenne solandro guarda proprio al trampolino K120, il grande di Predazzo: «E' sicuramente quello che fa più per me, anche se pure con il K90 il feeling è buono ed i tanti allenamenti di queste ultime stagioni mi hanno infuso fiducia. Ma l'importante, a prescindere da quale trampolino si utilizza è riuscire a dare il meglio di me.
Quest'anno sono partito bene, in forma, ma successivamente ho sbagliato qualche salto e la fiducia ne ha risentito: i punti di Harrachow hanno fatto bene anche al morale e la condizione generale è in crescendo. In Val di Fiemme dunque spero di riuscire ad esprimermi al meglio e già questo per me sarebbe un buon risultato, indipendentemente dalla classifica».
Due prove individuali, una a squadre mentre per la gara mista i prescelti sembrano essere Colloredo e Morassi. «Sebastian sta saltando bene e anche Morassi è in crescendo, loro due saranno i riferimenti ma se nella gara a squadre io e Roberto Dellasega riusciamo a dare il massimo potremo anche raggiungere la qualificazione tra i primi 8. Siamo una squadra in crescita, finalmente anche l'Italia ha quattro saltatori di livello in grado di garantire un rendimento sufficientemente omogeneo. Poi d'accordo, altre nazioni viaggiano a quote più alte ma noi possiamo difenderci bene».
E se ritornasse combinatista per un giorno, cosa si aspetterebbe Bresadola dai mondiali di Fiemme, in ottica azzurra? «Inutile sottolineare come tutto dipenda da Alessandro Pittin e dalla sua condizione. Se starà bene potrà stupire e regalare sorprese, perché su una pista come quella di Lago un Pittin in salute da la paglia a tutti e diventerebbe imprendibile, specie nella Gundersen dal trampolino piccolo dove ha più fiducia. Sul grande ha meno salti alle spalle e quindi la sua resa nel salto diventa un'incognita anche per lui ed il rischio di partire con uno svantaggio incolmabile è concreto. Poi nella Team Sprint può davvero succedere di tutto, forse nella combinata è la formula più imprevedibile».
Bresadola comunque sa di avere una buona occasione davanti.
«Sì, certo, lo so. E so anche che devo e posso fare meglio di quanto fatto sin qui: se dovessi darmi un voto per la prima parte di stagione non andrei oltre il 6. L'impegno c'è sempre stato, non lo nego, ma da solo non basta perché spesso sono incappato in errori che mi hanno frenato e non poco».
Insomma, a Predazzo si arriverà per non fare errori e inseguire un voto un filino migliore? «Esatto: una sufficienza stretta è troppo poco al termine di una stagione, dai prossimi giorni è giunto il tempo di riprendere a saltare come si deve».
Sabato 2 marzo tra Predazzo e Lago di Tesero si assegnerà intanto l'ultima medaglia della combinata nordica, proprio con la Team Sprint: Pittin e molto probabilmente Lukas Runggaldier proveranno a vendere cara la pelle, anche se Norvegia con Moan e Kokkslien, Germania, Francia e Giappone sembrano avere una marcia in più. Ma se a quel punto ci sarà già una medaglia in bacheca, gli azzurri potranno divertirsi e magari anche sorprendere.