L'Hc Fassa annuncia: «Chiudiamo l'attività»
Arriva come una doccia fredda, ma per qualcuno forse no, il comunicato della Sportiva Hockey Club Fassa, dal 1985 impegnata nel massimo campionato italiano di hockey sul ghiaccio. Ha per oggetto la sospensione dell'attività
Arriva come una doccia fredda, ma per qualcuno forse no, il comunicato della Sportiva Hockey Club Fassa, dal 1985 impegnata nel massimo campionato italiano di hockey sul ghiaccio.
Ha per oggetto la sospensione dell'attività. «Causa il momento di crisi generale che ha portato a una cospicua riduzione di entrate da parte di aziende private, il continuo aumento dei costi e il disinteresse di alcuni nostri rappresentanti istituzionali alle nostre richieste di aiuto, così recita il comunicato, la società sportiva si trova a dover far fronte a una delicata situazione economica. Dopo un'attenta e necessaria valutazione, la dirigenza, a malincuore ha stabilito che a decorrere dal 31 marzo prossimo tutte le attività sportive, a secco e su ghiaccio, verranno sospese». Ed è in dubbio non solo quando, ma addirittura «se» l'attività potrà riprendere.
A rischio, quindi, l'esistenza dell'unica squadra di serie A di hockey su ghiaccio del Trentino, di un vivaio che dall'under 8 all'under 20 conta, tra le giovanili, circa 150 giovani, a rischio lo stesso stadio del ghiaccio «Gianmario Scola» di Alba di Canazei che, senza la gestione della società, il Comune che si accolla le spese di riscaldamento, chiuderà.
Amarissime e senza mezzi termini le dichiarazioni di Roberto Ongari , da dodici anni presidente della Shc Fassa. «La società sportiva soffre per due ordini di motivi, uno economico e l'altro di visibilità e attenzione da parte delle istituzioni. La Trentino Spa, il maggior sponsor fino a cinque anni fa, ci ha conceduto quest'anno un contributo che ha del ridicolo, per non dire offensivo, quasi fossimo una squadretta di periferia. C'è la crisi, accontentatevi, ci hanno detto. Quest'anno abbiamo registrato incassi per 30 mila euro in meno rispetto all'anno scorso. Abbiamo provveduto due anni orsono a rifare il tetto dello stadio con i pannelli fotovoltaici al costo di 3 milioni e quattrocentomila euro, accendendo un mutuo di 20 anni, ma la Provincia ci ha negato il contributo promesso di 500 mila euro perché, stando alle sue ragioni, siamo una società che produce utili. Ma questa è un'organizzazione sportiva che non ha dividendi e gli utili, se ci sono, li investe per coprire gli elevati costi di gestione dello stadio e di fornitura di attrezzatura per tutti gli sportivi. I soci e il presidente stesso non percepiscono alcun compenso. Ho iniziato a licenziare, per ora un preparatore atletico. Abbiamo due segretarie, di cui una occupata da 15 anni. Vorrei che ci si rendesse conto che l'hockey in Val di Fassa offre anche possibilità di lavoro per alcune famiglie e un percorso di crescita sportivo-sociale per i figli di un gran numero di famiglie della valle, che non hanno, in luoghi periferici come il nostro, il ventaglio di opportunità che può offrire un centro cittadino. Alcuni giocatori provenienti dalla squadra fassana sono approdati in nazionale. Abbiamo una squadra di campionato italiano di serie A composta da giovani provenienti dal nostro vivaio, tagliando sulla presenza di stranieri. Per questo vogliamo esserci, sportivamente e anche turisticamente, ma non siamo considerati».
Il presidente poi entra «duro»: «Il settore sportivo e sociale non si sente affatto rappresentato dal consigliere ladino ( Luigi Chiocchetti , ndr), sordo alle ripetute richieste di aiuto sia economico che di visibilità presso l'assessore allo sport Mellarini e il presidente Pacher. Più volte - aggiunge Ongari - abbiamo chiesto appuntamenti in Provincia per illustrare agli amministratori la nostra attività e le difficoltà con le quali combattiamo, ma non siamo mai stati nemmeno ricevuti».