Bitumcalor devastante  Abbattuta la capolista

Intensità altissima e prove eccellenti dei singoli hanno fatto sognare i tifosi in una serata perfetta. Traghettati da un Garri splendido (27 punti con il 79% dal campo!), i trentini hanno bucato la retina avversaria con facilità nel primo tempo per poi allungare e gestire nella ripresa grazie ad un'ottima difesa e ad un attacco chirurgico

di Carlo Azzolini

buscagliaTRENTO - C'è poco da fare, quando gioca così è troppo forte, anche per la fortissima Pistoia, la capolista dei fenomeni. Solida, compatta ed efficacissima, una devastante Bitumcalor ieri ha fatto la voce grossa schiantando con autorevolezza i primi della classe con una prova pregevole e maiuscola. 81 a 64 il punteggio finale. Secco, netto, emblematico di un match dominato con destrezza e intelligenza sul piano mentale e su quello ancora più importante del gioco. Non era facile senza l'enfant prodige «Dada» Pascolo, eppure gli aquilotti hanno risposto alla grande, ripetendo l'impresa di quasi un mese fa nella finale di Coppa Italia. D'altronde coach Buscaglia l'aveva detto alla vigilia: «giocheremo come in una finale». E così è stato.


Intensità altissima e prove eccellenti dei singoli hanno fatto sognare i tifosi in una serata perfetta. Traghettati da un Garri splendido (27 punti con il 79% dal campo!), i trentini hanno bucato la retina avversaria con facilità nel primo tempo per poi allungare e gestire nella ripresa grazie ad un'ottima difesa e ad un attacco chirurgico.


Inizia subito con la zona la Bitumcalor. L'obiettivo è tenere Galanda fuori dall'area e provare a resistergli schierando Elder da 4. Funziona solo in parte visto che proprio «Jack» battezza l'8 a 2 toscano da fuori firmando il suo settimo punto. I bianconeri però non si scompongono: due bombe (Forray e Conte) accendono il PalaTrento e fanno sperare. Anche perché si scalda anche Mike Umeh, che con una mattonella da fuori e una schiacciata in contropiede infila il 15-12. È in difesa, però, che le cose potrebbero andare meglio. Servirebbe più intensità contro una capolista attrezzata benissimo e brava a fare tagli a ripetizione. Quello di Toppo vale il 24-21 alla prima sirena. Poco male, perché poco dopo la tecnica di Garri prevale nettamente sui centimetri di Borra pareggiando i conti. In più la difesa, tornata a uomo in corrispondenza dell'assenza di Galanda, si riscatta bloccando addirittura cecchini del calibro di Hicks e Graves. Garri, entrato in gran forma, piazza il 34-29. E poi il +7 con un'altra magia tutta qualità. Nel frattempo «Billo» Conte mette il lucchetto al canestro con una grinta pazzesca. La stessa che porta B.J. a raccogliere il rimbalzo che permette a capitan Toto Forray (foto sopra immarcabile) di siglare un ottimo 42-31 alla fine del primo tempo. Coach Moretti scuote la testa, coach Buscaglia applaude.


Al rientro la musica non cambia. La zona fa da gabbia a Galanda (braccato da Conte), mentre Elder infila la tripla del 45 a 31. Che Umeh trasforma poco dopo in 48 a 31. È un'Aquila rapida e lucida nella lettura tattica. Un altro attacco strepitoso e Forray piazza il +20 (51-31) di fronte ad una Pistoia completamente irretita e frastornata come mai in questa stagione. In preda al panico la corazzata toscana si rifugia nella zona, ma Umeh la taglia con la schiacciata che fa esplodere di gioia i tifosi. Entusiasti quando Graves, completamente confuso, non becca nemmeno il tabellone. Al contrario del «Garro» che respinge ogni tentativo di rimonta con una bomba in faccia a Galanda. Un affronto che lo scuote tanto da firmare, da solo, il -14 (61-47). Complice un brutto calo trentino, i toscani tornano a -11 in un amen.


Non è affatto finita quando si entra nell'ultimo quarto sul 64-52. I bianconeri lo sanno e tornano a mordere tantissimo in difesa. Di carattere e caparbietà. E, cosa più importante, di squadra. Lottano tutti su ogni centimetro e su ogni pallone. Il duello tra i due azzurri Garri e Galanda (veterani solo sulla carta) è spettacolare, così come la sapienza tattica di Conte, la vena degli americani e la velocità degli esterni, fondamentali nel cambio di passo. Pistoia è completamente al buio: Graves e Hicks siedono mesti in panchina, Galanda è l'unico a salvarsi mentre il resto degli italiani prende cantonate continue fino al termine della gara. Chiusa tra gli applausi di un calorosissimo PalaTrento che sostiene il messaggio preciso lanciato dall'Aquila alle sue rivali: per l'8° posto bisogna fare i conti con Trento, senza se e ma.

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