Aquila all'assalto,  se vince è semifinale

L'Aquila Bitumcalor al primo match point per ghermire la semifinale playoff. Un altro importante traguardo stagionale. Rivale quella Barcellona che al PalaTrento ha vinto due volte in stagione, ma sul proprio parquet è stata «spennata» 4 volte. Ci ha raccontato la delicata vigilia e l'approccio agli storici playoff il preparatore atletico Christian Verona

di Stefano Parolari

bitumcalorTRENTO - L'Aquila Bitumcalor al primo match point per ghermire la semifinale playoff. Un altro importante traguardo stagionale. Rivale quella Barcellona che al PalaTrento ha vinto due volte in stagione, ma sul proprio parquet è stata «spennata» 4 volte. Le ultime due in gara1 e 2. Freschi trionfi bianconeri che oggi avranno tutto il calore del pubblico di casa. Ci ha raccontato la delicata vigilia e l'approccio agli storici playoff il preparatore atletico Christian Verona (foto: esulta nel trionfo in coppa di marzo) , classe ‘72, al primo anno di lavoro nel basket, dopo una luminosa professionalità pallavolistica.
Ha un curriculum nel volley che fa paura. Tredici anni da globe trotter con le storiche punte delle Olimpiadi 2008 a Pechino per la prima volta della nazionale tedesca e l'esperienza con la Polonia femminile ad un Europeo e ad un Mondiale. Ma, tra uomini e donne, anche Modena, Chieri, Itas, Rpa Perugia, Jesi, per finire con le polacche Wroclaw e Jastrzebski di coach Lollo Bernardi, il trentino mister Secolo, e la russa suberiana Novy Urengoi con Sergio Busato ex vice all'Itas e il palleggiatore polacco Zygadlo pure ex Itasa.
Professor Verona, da un anno la decisione di gestire i muscoli degli atleti di un altro sport con la palla. E' toccato al basket. Perché?
«Sono convinto - ci risponde il professionista emiliano - che nel mio lavoro l'esperienza è un grande valore aggiunto. Avevo desiderio di impegnarmi in un'altro sport. Sempre con la palla, anche se io pratico arti marziali prediligendo quelle sul ring (tipo la boxe thailandese) e sono stato un buon motocrossista, nelle Marche quando studiavo all'università di Urbino».
Ed è tornata fuori l'opportunità di Trento, dopo gli anni 2005 e 2006 con l'Itas di Lattari. Con l'Aquila Bitumcalor fersca di promozione nel professionismo.
«E' stato un amico nell'ambiente - spiega Verona - a segnalarmi che la società principale di Trento nel basket aveva il tassello del preparatore atletico da riempire (il professor Marocco era tornato in Piemonte, ndr). Per un professionista come me avere nuovi stimoli è sicuramente una spinta importante. E poi... chi ritrovavo? Coach Maurizio Buscaglia con il quale avevo avuto una condivisione di palestre quando ero all'Itas a Trento e a Perugia con la Rpa di Savani e Stokr. Avevo avuto, quando ero in Polonia, un contatto con la Trenkwalder di Reggio Emilia grazie al ds Frosini, ma è stato con la Bitumcalor che ho avviato quest'altra mia personale scommessa.
Alle 12 di un giorno d'estate Buscaglia mi ha chiamato, abbiamo parlato e la sera poi alla seconda chiamata ci siamo accordati. Non è piaggeria ma l'affinità tecnica che mi ha legato quest'anno a lui e all'intero staff (il vice Cavazzana, il medico Tenuti, la fisioterapista Mattivi e il massaggiatore Jachemet) è la migliore che ho avuto in carriera, insieme a quella dei miei esordi nel ‘98 a Vicenza con Giovanni Guidetti, un allenatore che ha segnato un'epoca a Istanbul nel volley femminile».
Una stagione favolosa: Final Four trionfale con la coppa conquistata al PalaTrento contro Casale e Pistoia, agganciati gli storici playoff ed ora un avvio bruciante con l'impresa in Sicilia di due match vinti in quattro giorni contro una delle favorite, quella Barcellona che oggi debutta sul paruqet di Trento. Dove ha già vinto due volte...
«Una stagione con l'elmetto - sorride Verona - come ha detto il coach fin dall'inizio di questa avventura da matricola. E' stato un piacere dare tono e sostanza al campionato dei nostri giganti. Sto gustandomi con soddisfazione il fatto che nel basket il preparatore può fare maggior differenza rispetto al volley. Ci si trova sempre di fronte a piccole problematiche fisiche ed alla necessità di fare tanta prevenzione, qui però vanno gestiti anche assalti e schiacciate».
Sport di contatto il basket, atletismo come nel volley ma in più cosa c'è?
«In questa LegaDue si resiste e si combatte correndo e avendo compattezza fisica. E' uno sport aggressivo. Ho lavorato su due versanti: 1) la consapevolezza individuale nell'atleta che cerca contatti; 2) l'aumento di massa finalizzata all'espressione di uno sport intenso come il basket. Sport entusiasmante e adrenalinico come pochi, e qui non faccio alcuna critica alla pallavolo. Ci sono sport in cui prevale il rischio. Nel basket l'attenzione va tutta alla prestazione».
In questa Bitumcalor ci sono Bj Elder e Mike Umeh, i due americani, che ci paiono in gran forma. Nell'esplosione di Pascolo c'è poi il suo zampino.
«Gli americani si sono integrati perfettamente con il nostro zoccolo duro. Sono progressivamente migliorati. Pascolo ha meriti soprattutto suoi, per aver conquistato spazi di gioco incisivo. Certo è l'esempio della crescita globale: tattica, tecnica e fisica. Però mi piace dire che tutti hanno lavorato per garantirsi una stagione a tutto gas».
E lei, ci sembra, avrebbe voglia di rimanere?
«Ho firmato, in accordo con il gm Trainotti, solo per un anno. Ci siamo conosciuti bene e alla fine ci ritroveremo. Sarei più che felice di rimanere a Trento».
Quanto conta lavorare anche di motivazioni abbinate al fisico e sull'alimentazione?
«Oltre che sulla prevenzione degli infortuni ho puntato sulla performance di ognuno. Sulla corsa da ritmo alto oltre che sulla sala pesi. L'integrazione alimentare è stata dettata con linee guida. Però tutto lo staff ha detta la sua».
Stasera gara3 con Barcellona. Serve l'ultima impresa in casa per sbarcare in semifinale.
«Dovrà essere la solita partita tuta cuore e agonismo - chiosa Verona - con l'elmetto in testa, naturalmente. In Sicilia è stata un'emozione unica. Due partite a grande ritmo e con il cuore. Daremmo tutto, come sempre».
C'è qualche giocatore che l'ha impressionata?
«In questa sfida con i siciliani direi Hardy, la loro guardia americana. Ma in questo campionato ce ne sono tanti di bravi atleti. Anche italiani».

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