Aquila stasera in campo per i playoff

Il coach trentino Buscaglia lo aveva detto: «Occhio. Brescia non è Barcellona. Sarà una serie diversa e non ci sarà un 3 a 0 immediato per i nostri colori». E anche gli americani di Trento «big gunner» Umeh e «the fabolous» Bj Elder hanno certificato: «Non aspettatevi che ci ripeteremo in maniera così eclatante come in Sicilia. Sarà una serie lunga e dura»

di Stefano Parolari

Il coach trentino Buscaglia lo aveva detto: «Occhio. Brescia non è Barcellona. Sarà una serie diversa e non ci sarà un 3 a 0 immediato per i nostri colori». E anche gli americani di Trento «big gunner» Umeh e «the fabolous» Bj Elder hanno certificato: «Non aspettatevi che ci ripeteremo in maniera così eclatante come in Sicilia. Sarà una serie lunga e dura». E così effettivamente è iniziata la sfida di semifinale tra l'Aquila Bitumcalor, sorpresa dell'anno e con il coach in predicato di vincere il riconoscimento per la rivelazione tecnica, e la Leonessa Centrale del Latte di Brescia che domenica hanno ingaggiato un match intenso e serrato, in un Pala San Filippo che stasera, dalle 20.30 (collegamenti in diretta su Radio Nbc), è pronto per accogliere gara2. I padroni di casa di coach Martelossi hanno il vantaggio dell'1 a 0. E' già tempo di rivincita, quasi in immediatezza bruciante, e nei playoff può accadere di tutto e gli aquilotti del presidente Longhi («resettiamo il match e concentriamoci sul colpaccio che abbiamo sfiorato domenica in un eventuale prosecuzione all'overtime») proveranno a sbarcare in gara3 venerdì prossimo sull'1 a 1. Domenica il texano-nigeriano Umeh aveva nelle sue mani fatate la palla, a 4 secondi dalla fine, che sarebbe servita per la bomba del pareggio e del possibile overtime, ma il ferro ha evitato ai bresciani di arrivare ad un supplementare carico di ansia, dopo che la Bitumcalor aveva anche recuperato un divario di 12 punti ed aveva due o tre volte provato a riprendere il filo dell'inerzia agonistica rimasta quasi sempre in pugno della Leonessa. Ieri l'Aquila si è allenata con profitto sul parquet del Pala Sanfilippo e coach Buscaglia, con a fianco il suo vice che è il bresciano Vincenzo Cavazzana, ha scovato nuove tattiche per contrastare i rivali lombardi, il cui starting five costituisce un pericolo continuo, dal play Fernandez ai lunghi Barlos e Brkic, cesenate di scuola Virtus Bologna ai tempi di Ettore Messina (uno scudetto da baby nel 2001 in A1), per transitare dagli americani di pericolosità letale quali "Jena" Giddens e Jenkins. Domenica però è stata anche la panchina bresciana con l'ex della Garda Cartiere Loschi, il play Stojkov e Cuccarolo, il grattacielo da 221 cm, a prevalere su quella trentina con baby Spanghero, il solitamente più efficace "piovra" Pascolo e Conte meno tonici del previsto. Capitan Toto Forray, pronto a rinnovare il duello in regia con il connazionale passaportato «Lobito» Fernandez di proprietà di Milano in A1, ha spiegato ieri i termini di una sconfitta che poteva essere evitata parzialmente dalla bomba di Umeh: «Domenica è stata una gara strana - ha detto il play di Buenos Aires, da due stagioni e mezzo a Trento, già in LegaDue con Forlì - e noi eravamo un po' nervosi. Il debutto in semifinale ci è pesato, abbiamo sentito la responsabilità di continuare questo magnifico sogno. In gara2 dovremo tenere un atteggiamento diverso. Tornando a sfoderare i nostri avvii eccezionali e poi dando filo da torcere in difesa ai nostri competitivi avversari. Loro hanno avuto il grande merito di non farci giocare quel basket spumeggiante che ci ha permesso di centrare importanti traguardi in questa stagione. Dobbiamo alzare il nostro ritmo e provarci. In fondo domenica eravamo, nonostante una serata non eccelsa, a tre punti dall'overtime. Spero ci siano tanti nostri tifosi come ho visto domenica». La Leonessa Brescia è imbattuta in questo 2013 nei match al Pala San Filippo. Servirà quindi all'Aquila l'ennesima impresa stagionale per ghermire gara2 e venerdì presentarsi al PalaTrento con la serie in parità. Poi si scatenerà l'inferno bianconero.

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