Aquila, finito il sogno Ma la stagione è da urlo

Ha vissuto e regalato un sogno. Fatto di passione, entusiasmo, umanità. Ieri pomeriggio, dopo una splendida cavalcata, in gara -4, la Bitumcalor si è dovuta risvegliare. Lo stesso hanno fatto i quattromila del PalaTrento, usciti dalle tribune (dalle curve solo dopo aver reso omaggio a ciascun giocatore) con l'unico rammarico di non poter più assistere ad un altro episodio della favola bianconera

di Carlo Azzolini

Ha vissuto e regalato un sogno. Fatto di passione, entusiasmo, umanità. Ieri pomeriggio, dopo una splendida cavalcata, in gara -4, la Bitumcalor si è dovuta risvegliare. Lo stesso hanno fatto i quattromila del PalaTrento, usciti dalle tribune (dalle curve solo dopo aver reso omaggio a ciascun giocatore) con l'unico rammarico di non poter più assistere ad un altro episodio della favola bianconera. Il risultato, quel che si poteva fare meglio, gli errori, i palloni sprecati, che pure ci sono stati, sono passati tutti in secondo piano. D'altronde Davide aveva già battuto Golia nei quarti contro Barcellona e non sempre, in una serie semifinale così lunga di LegaDue, è facile che riaccada. Ha vinto meritatamente Brescia, la squadra più forte. In finale incontrerà la corazzata Pistoia. Ma ha dovuto sudare per arrivarci, contro un'Aquila che non ha mai mollato, che ci ha creduto, che ha lottato dall'inizio alla fine. Sempre, senza risparmiarsi. Fino al punto di accarezzare, mica poi così tanto da lontano, la speranza di approdare in finale per la serie A. Un miraggio ad inizio stagione. Ed è proprio questo che ha reso speciale questi playoff e da cui si dovrà ripartire l'anno prossimo. Da questa idea di squadra e, perché no, anche di sport, se è vero che la Bitumcalor è stata da tutti considerata la rivelazione di tutto il campionato, grazie all'impegno e all'entusiasmo che ha saputo trasmettere e per l'immagine di spensieratezza mista a carattere che ha dato.

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