Ancora Cristiano Ronaldo: terzo Pallone d'Oro
È andata come previsto. Cristiano Ronaldo eguaglia Johan Cruijff, Michel Platini e Marco Van Basten e vince il suo terzo Pallone d'Oro, mentre il ct della Germania campione del mondo in Brasile, Joachim Löw, si prende il premio di miglior tecnico.
Stavolta CR7 non si è emozionato, e non ci sono state le sue lacrime ma solo il grido liberatorio al momento di scendere dal palco, dopo aver ricevuto il premio. Nel frattempo lo aveva raggiunto il figlio Cristianinho, mentre mamma Dolores piangeva in platea, come da copione e come è giusto visto l'attaccamento a quel suo erede al quale, quando aveva 15 anni, dei medici dissero che non avrebbe più potuto giocare, a causa di presunte anomalie cardiache.
La vittoria del fuoriclasse portoghese che in patria ha oscurato perfino la fama dello scomparso Eusebio, e al quale di recente nella natia isola di Madeira hanno eretto una statua, conferma la tendenza emersa nel 2010 di non premiare più un rappresentante della nazionale che ha vinto il Mondiale. Dopo il Sudafrica ne aveva fatto le spese la Spagna, anche perchè i voti erano andati «dispersi» tra Iniesta e Xavi anziché convergere su un solo giocatore, mentre quest'anno la Germania ha fatto miracoli in Brasile (primo fra tutti il 7-1 alla Seleção a Belo Horizonte) ma ciò non è bastato per far trionfare Manuel Neuer.
Così il «Ragno Nero» Lev Yashin (il cui soprannome fu «ereditato» in Italia da Fabio Cudicini) rimane l'unico portiere ad aver vinto il prestigiosissimo premio che allora, nel 1963, veniva assegnato solo da «France Football» e al quale ora «partecipa» anche la Fifa.
Intanto impressiona la grinta di Cristiano Ronaldo, il cui segreto non è solo la classe che, ai tempi di Manchester, fece dire all'altro immenso n.7 dello United George Best «per la prima volta un paragone con me suona un onore per il sottoscritto». Il fuoriclasse che la Juventus avrebbe potuto acquistare quando ancora era minorenne ci mette anche una volontà di ferro e una professionalità fatta di una continua voglia di migliorarsi che, anche adesso, lo porta spesso a essere l'ultimo che esce dal campo a fine allenamento.
Lo ha dimostrato anche ieri a Zurigo, quando ha tenuto a precisare, dopo i ringraziamenti di rito alla famiglia e al Real Madrid e la dedica «a tutti i portoghesi», che ora lavorerà per continuare a essere il migliore, perché aver raggiunto Cruijff, Platini e Van Basten non gli basta: «ora voglio eguagliare Messi», ha detto CR7 mentre l'argentino sorrideva in platea e si può scommettere fin da ora che il numero 7 del Real Madrid, a forza di gol (come i 17 messi a segno in Champions) di assist e di prodezze tra un anno sarà ancora lì, pronto a calare il poker.
È proprio vero che Barcellona-Real Madrid non è solo il «Clasico», ma una sfida continua.