Volley, Rogelio Hernandez lascia la panchina di Vienna

Rogelio «Roe» Hernandez, tecnico di origine cubana ma trentino d'adozione, ha deciso di lasciare la panchina del Sokol Vienna, squadra femminile che milita nella serie A austriaca di volley, dove Hernandez lavora da anni, prima a Innsbruck e poi a Linz. Il perché dell'abbandono lo spiega lo stesso coach sul suo sito.

Cari amici. In queste ultime settimane ho preso una decisione importante per la mia vita professionale e personale. E ho voglia di condividerla con voi. Di solito, per quanto riguarda la mia carriera lavorativa, ho la fortuna di essere spesso intervistato o di vedere il mio nome associato a qualche società o a qualche progetto o di essere al centro di qualche comunicato stampa. Questa volta voglio essere io a spiegarvi, per usare le parole più giuste possibili, per non essere frainteso e per fare in modo che nel nostro “piccolo grande mondo” non girino idee o voci sbagliate.

Per la prima volta in 15 anni da allenatore ho deciso di non portare a termine la stagione in comune accordo con la società, abbiamo deciso di interrompere la nostra collaborazione, dopo che tre settimane fa avevo presentato le mie dimissioni al Club e il presidente in persona mi aveva chiesto di restare, che sarebbero cambiate delle cose, invece non è stato così. Da oggi non sarò più l’allenatore di SVS Sokol Vienna. Chi conosce come sono fatto (come uomo più che come allenatore) capirà subito che è una decisione difficile e sofferta: di solito metto tutto me stesso in avventure e progetti. È così è stato anche quest’anno. Se ho deciso di mollare la spugna è stata una scelta sofferta ma anche convinta. Lascio una squadra in salute, che è in finale di Coppa e in Final Four di MEVZA e per diritto in play-off di campionato d’Austria e con la quale (credo, chi può saperlo?) avremmo potuto raggiungere ottimi risultati e forse qualche vittoria. E allora perché te ne vai, vi chiederete giustamente? Non è mio costume parlare “male” (non voglio usare il termine sputtanare perché è poco elegante) di persone o società con le quali ho lavorato. E non lo farò nemmeno adesso. Vi basti sapere che con la squadra, con le atlete ho ottimi rapporti, umani e professionali. Dal punto di vista economico non c’è stata alcuna mancanza e gli obiettivi agonistici erano alla portata, visto che siamo in corsa nei tre obiettivi stagionali che la società aveva chiesto, anche se per essere precisi, ci avevano chiesto soltanto “coppa e campionato”. Diciamo solamente che a me piace lavorare in ambienti che siano empatici, che abbiano obiettivi (qualsiasi obiettivo, non necessariamente vincere) a medio lungo periodo, che abbiano voglia di crescere, maturare, imparare, che dimostrino di capire e apprezzare il mio impegno, il mio lavoro, i miei sacrifici e dove ci sia una organizzazione e una struttura societaria che supporti il mio lavoro. Ecco, a SVS Sokol Vienna queste caratteristiche non erano presenti. Quindi ho preso questa decisione, sofferta per come sono fatto ma inevitabile.

Scusate se vi ho stressato ma ci tenevo a essere chiaro e trasparente visto che i tanti chilometri che mi separano da tanti di voi potrebbero essere sinonimo di voci e fraintendimenti. Per una porta che ho deciso di chiudere alle mie spalle spero ci sarà un portone che si apre! Quindi vado a… preparare allenamenti, guardare partite, confrontarmi con colleghi, per essere pronto a tornare presto in campo! Più carico che mai!

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