Rugby, Springboks nella bufera «Servono più neri in squadra»

Non si placano le polemiche in Sudafrica dopo che, sabato scorso a Durban, gli Springboks hanno perso contro l’Argentina per 37-25. Si è trattato, oltre che di un tonfo inaspettato, della quarta sconfitta consecutiva del Sudafrica nella marcia di avvicinamento ai Mondiali, e subito c’è stato chi, come il «Congress of South African Trade Unions» (Cosatu), sindacato vicino alle istanze della popolazione di colore, ha attaccato l’attuale ct degli Springboks, Heyneke Meier (che si è scusato «con tutta la nazione» per la sconfitta), chiedendone le dimissioni.

La maggior colpa del ct sarebbe quella di non rispettare le «quote nere» che dovrebbero essere applicate anche alla nazionale di rugby. Ma nella lista dei convocati, sia per il match di Durban che per la rivincita in programma sabato a Buenos Aires nello stadio del Velez Sarsfield, ci sono solo 5 giocatori «non bianchi» e questo appare «intollerabile» agli occhi del sindacato. Però Meier tira dritto per la sua strada e per il rematch con i Pumas ha annunciato un XV con 4 giocatori di colore (Kirchner, Mvovo, Habana e Nyakane) mentre il quinto, Mtawarira, andrà in panchina.

Il Cosatu ha diffuso un duro comunicato contro Meier che sabato scorso «ha fatto giocare molti bianchi fuori ruolo, anche se vi erano giocatori neri disponibili per quelle posizioni. La scarsità di giocatori neri nella nazionale ha raggiunto livelli non più accettabili e sabato scorso la nostra squadra non avrebbe potuto giocare peggio. C’è un establishment bianco che controlla il rugby, e si riflette nei contratti più ricchi e nelle posizioni dominanti». «Il nostro sindacato - continua la nota - ha chiesto al Ministro dello Sport di non essere colluso con questo sistema razzista rappresentato da coach Meyer: vogliamo che venga rimosso».

Visto che era stato tirato in ballo, il Ministro dello Sport sudafricano Fikile Mbalula ha risposto dicendo che «i sudafricani devono avere pazienza perché il processo di trasformazione della nazionale di rugby sarà ancora lungo, e non si deve pretendere che ci siano giocatori di colore a prescindere. Una piena trasformazione non può avvenire perché adesso che c’è la Coppa del mondo. Abbiamo bisogno per prima cosa di un team vincente, magari con bianchi e neri insieme».

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