Wenger: «Doping anche nel calcio»

Parlare di doping in questi giorni è un modo sicuro per finire sotto i riflettori e il manager dell’Arsenal, Arsene Wenger, ha aperto in Inghilterra un fronte sul calcio che ha messo subito in allarme la Federcalcio locale, molto sensibile su questo tema. In un’intervista di due giorni fa all’Equipe, il tecnico francese ha affermato di «non aver mai dato nulla ai miei giocatori per migliorare le loro prestazioni« e di essersi invece trovato «molte volte a giocare con squadre che non la pensavano allo stesso modo».

Nessuna accusa precisa, da parte di Wenger, se non un riferimento al giocatore della Dinamo Zagabria risultato positivo dopo la vittoria della sua squadra contro i Gunners in Champions League lo scorso settembre. Il manager francese, che ricorda nella sua azione solitaria quanto fatto negli anni scorsi in Italia da Zdenek Zerman, ha per il resto ribadito concetti che aveva già espresso due anni fa, come la necessità di accentuare l’azione antidoping aumentando i controlli e i rischi che corre lo sport, «pieno di leggende che in realtà sono dei trucchi», dove spesso si guarda più ai risultato che alla strada per ottenerli. Wenger si è soprattutto detto «fiero di aver sempre portato avanti i principi che ritengo importanti e cercare di trasmetterli agli altri».

A due giorni dall’intervista, la Fa ha deciso di convocarlo per una colloquio «privato» - il tecnico non è assolutamente per questo nei guai -, per approfondire la questione e capire se Wenger può fornire informazioni utili alla lotta al doping.

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