Rio: noia e niente gol, la Selecão riparte dai fischi
La Selecao ricomincia dai fischi. È cambiato lo scenario, non è più tempo di Mondiali ma di Olimpiade, eppure il calcio brasiliano continua a essere in crisi, come ha dimostrato anche il recente fiasco in Coppa America costato il posto da ct a Dunga.
La squadra di Rio 2016 del tecnico Rogerio Micale doveva 'spaccare' il mondo con il 4-3-3 e il tridente delle meraviglie Gabigol-Gabriel Jesùs-Neymar, invece contro il Sudafrica non ha realizzato lo straccio di una rete. E' finita 0-0, contro avversari rimasti in dieci dal 59' per l'espulsione di Mvala per un fallo violento su Zeca, e a nulla sono servite mosse come la sostituzione del deludente Felipe Anderson con Luan, elemento più offensivo del laziale. Micale le ha provate tutte, cambiando anche il deludente Renato Augusto, fuoriquota insultato dal pubblico al momento della sostituzione, con Rafinha: nemmeno il giocatore del Barcellona è riuscito ad apportare un po' di fosforo alla manovra e il Brasile ha continuato a ruminare un calcio senza sbocchi, per la delusione del pubblico del Garrincha di Brasilia, che alla fine ha esternato il proprio malcontento con sonori fischi.
Ma non poteva fare diversamente, perchè questa non è la squadra che gioca il calcio nuovo, senza blocchi psicologici, promesso dal suo allenatore. E se quelli di oggi sono i veri Gabriel Jesùs e Gabigol, allora Manchester City e Inter (o Juve) non avranno speso bene i loro soldi. Ma per riscattarsi c'è tempo, e i due gioielli e Neymar, ancora una volta troppo nervoso (in nazionale gli capita spesso), lo sanno. Quindi cercheranno di farsi valere nei prossimi impegni contro Iraq e Danimarca, che oggi hanno pareggiato tra di loro in un altro match senza gol.