Toto Forray: «Troppa tensione e mancanza di amalgama»
«Era la prima partita. Volevamo esordire con una vittoria, anche se sapevamo che a Brindisi sarebbe stata dura. Purtroppo si è visto subito che c’era troppa tensione da debutto. Poi c’è il fatto che ancora non ci conosciamo benissimo tra noi e questo ci ha fatto sbagliare più del normale. Peccato».
L’analisi della «stecca» della Dolomiti Energia contro l’Enel fatta dal capitano Toto Forray è semplice, lineare e condivisibile. Al di là del nervosismo resta il fatto che la squadra - forse complice la lunga assenza di Beto in precampionato e le partite saltate da altri giocatori - ha ancora bisogno di una fase di rodaggio.
Capitano, cos’ha detto ai compagni appena siete rientrati negli spogliatoi di Brindisi?
«Non ho detto granché, soltanto che da questa sconfitta abbiamo tanto da imparare e che dobbiamo subito concentrarci sulla preparazione della prossima sfida».
Com’è il morale della truppa?
«Poteva essere più alto, chiaramente».
Con 22 palle perse era dura vincere. Come spiega questo dato?
«Questione di tensione e di ritmo imposto da Brindisi. È normale che quando si corre molto si rischia di sbagliare con più facilità e se, come sta capitando a noi, non c’è ancora amalgama e conoscenza totale l’intesa ne risente. E i risultati sono quelli che si sono visti sul campo».
D’accordo, ma la stessa cosa vale anche per Brindisi che, se vogliamo guardare bene, ha cambiato più di Trento, avendo 9 giocatori nuovi su 10.
«È vero, ma Brindisi giocava in casa e questo aiuta. Loro sono riusciti a giocare a loro agio. Noi no».
A proposito, come ha visto Marco Spanghero?
«Molto bene. Il gioco di Sacchetti lo può esaltare parecchio».
Rivedendo le statistiche della partita, l’altro dato clamoroso è il 16,6% al tiro da tre e il 61% dalla lunetta. Bastava mettere soltanto un paio di triple e tre liberi in più e ora saremmo qui a commentare con toni completamente diversi, o no?
«Io dico che se uno arriva a giocare in Serie A è perché canestro lo fa. Purtroppo, però, ci sono partite in cui la palla non entra. E a Brindisi più che altrove è facile sbagliare visto il calore del pubblico avversario».
E i liberi?
«È un po’ la stessa cosa. Dobbiamo allenarci a tirare concentrati».
Ora mettiamola in positivo, c’è qualcosa da salvare di questa sconfitta?
«Senz’altro la nostra difesa. Magari su alcune disattenzioni abbiamo concesso canestri facili, ma in generale abbiamo difeso con intensità e metodo. Tenere la Brindisi di Sacchetti sotto i 70 punti in casa è un buon risultato. Peccato che non sia bastato».
Domenica c’è Cremona. C’è qualche accorgimento particolare che state studiando?
«Allenamenti con tanto lavoro in palestra. Dovremo preparare la partita contro una squadra che non conosciamo visto che è molto cambiata rispetto allo scorso anno».
Ha visto i risultati delle altre partite? Si aspettava verdetti tanto diversi?
«Nella prima giornata qualche risultato inaspettato ci sta, ma vittorie o sconfitte clamorose non ne ho viste. Potrebbe sembrarlo il successo di Caserta contro Reggio Emilia, ma non dobbiamo dimenticare che il Palamaggiò è sempre un campo difficile da espugnare».
La ricca Milano ha rischiato di perdere a Capo d’Orlando.
«Giocare contro Milano dà sempre a tutti una motivazione in più e poi all’Armani mancavano diversi giocatori del quintetto».