Matteo Conci, la storia del baby portiere para rigori
Piedi ben piantati per terra, ma occhi che guardano lontano e caviglie pronte a farlo volare. Matteo Conci è il calciatore trentino del momento. Sedici anni compiuti lo scorso ottobre, portiere titolare degli Allievi del Trento, numero 1 della rappresentativa provinciale al Beppe Viola, è diventato un personaggio la settimana scorsa dopo aver parato quattro rigori nella partita del torneo contro il Sassuolo. Tanto da essersi guadagnato un «articolone» sulle pagine nazionali di Repubblica.
Da giovanissimi tutti sognano di fare gli attaccanti, lei invece ha subito scelto la porta. Come mai?
«Ho iniziato a giocare a calcio a 6 o 7 anni. Nei “Primi calci” fanno provare tutti i ruoli. A me, la prima volta che mi hanno dato la maglietta numero 1 mi sono innamorato. Mi è piaciuto subito tuffarmi, parare, saltare da un palo all’altro.
Lei è noneso, come il baby goleador dell’Inter Andrea Pinamonti, ma gioca nel Trento.
«Ho cominciato con il Predaia/Bassa Anauna e questo è il secondo anno al Trento. In prima superiore ho scelto di frequentare il De Carneri di Civezzano, ed era impensabile andare e venire tutti i giorni da casa. Così ho guardato le società della zona e ho bussato alla porta del Trento perché mi piaceva tanto il loro progetto. Per fortuna mi hanno preso».
Quanti allenamenti fa in settimana?
«Tre o quattro, agli impegni di studio. Abito a Civezzano in convitto e a casa torno il venerdì sera dopo l’allenamento. Il sabato riparto per la partita. In pratica sto in famiglia solo la domenica».
È un grande sacrificio non avere il tempo libero che hanno i suoi coetanei?
«No, perché è una cosa che mi piace. Non mi pesa rinunciare alle festicciole del sabato sera perché giocare a calcio è la mia grande passione e vedo che i miei sforzi cominciano a ripagarsi».
È già nel mirino degli osservatori di grosse squadre?
«Al momento non so niente. Vedremo».
Però ci spera.
«Credo sia il sogno di tutti. Sì, ci spero».
Chi è il suo giocatore preferito?
«Neuer. E per i rigori Handanovic: credo sia il migliore».
Ritiene di assomigliare a loro o si rivedi in altri numeri 1?
«Di Neuer mi piacciono le uscite e il fatto che ama giocare anche con i piedi. Handanovic lo studio per i rigori».
Nella sua giovane carriera si ricorda quanti rigori ha parato?
«Nei giovanissimi 5 su 7. Quest’anno nessuno, prima dei 4 dell’altro giorno».
Per quale squadra tifa?
«Milan. Da sempre, ma non c’è un motivo particolare. Credo che il Milan abbia due portieri giovani e forti come Donnarumma e Plizzari».
Punta anche lei alla maglia rossonera?
«Sono ancora giovane e non mi pongo traguardi. Già arrivare in serie B sarebbe un sogno. Poi più avanti si va meglio è».
Altre passioni oltre al calcio?
«Fino a qualche anno fa suonavo il sassofono ma ho dovuto smettere perché non riuscivo più a conciliare l’impegno con il calcio. Per il futuro vorrei prendere brevetto di personal trainer».
Essere il protagonista di un articolo di «Repubblica» a 16 anni che effetto fa?
«Sono contentissimo, però so che adesso sarà facile passare dalle stelle a stalle. Per questo tengo i piedi per terra e cerco di rimanere nei giusti binari. Poi vedremo quel che sarà».
Testa sulle spalle, già a 16 anni. E pensare che un tempo dicevano che i portieri erano tutti un po’ pazzerelli.