Sagan inventa, ma la Sanremo va al polacco Kwiatkowski
Peter Sagan inventa, Michal Kwiatkowski ringrazia. La Milano-Sanremo numero 108, la prima classica «monumento» della stagione, finisce nelle mani del 26enne polacco del Team Sky, che in questa stagione aveva bissato alle «Strade Bianche» riscoprendosi vincente in Italia.
La Classicissima di Primavera, 291 chilometri con il tradizionale traguardo in via Roma, premia dunque Kwiatkowski e punisce il bi-iridato slovacco della Bora-Hansgrohe, che aveva tentato l’impresa sul finale del Poggio portandosi però dietro una concorrenza affatto malleabile.
Tra i due litiganti non gode il francese Julien Alaphilippe (Quick-Step Floors), che arriva scarico al volatone conclusivo, approcciato con troppo anticipo da Sagan, costretto quasi ad inchiodare mentre Kwiatkowski sciorina il colpo di reni. Non c’è bisogno del fotofinish per ufficializzare il successore dell’altro transalpino Arnaud Demare (Fdj), sesto nello sprint del gruppo inseguitore, giunto a soli 5”, regolato dal norvegese Alexander Kristoff (Katusha-Alpecin) sull’altro grande favorito della vigilia, il colombiano Fernando Gaviria (Quick-Step Floors).
Il migliore degli italiani è il veronese, oro nell’omnium a Rio2016, Elia Viviani (Sky), piazzatosi nono. Al pronti e via si forma subito la fuga che monopolizzerà l’attenzione per quasi tutta la corsa. Se ne vanno il tedesco Nico Denz (Ag2r La Mondiale), l’australiano William Clarke e il lettone Tom Skujins (Cannondale-Drapac), il russo Ivan Rovny (Gazprom-Rusvelo), lo spagnolo Julen Amezqueta (Wilier Selle Italia) e gli italiani Mattia Frapporti (Androni Sidermec), Mirco Maestri (Bardiani CSF), Alan Marangoni (Nippo Fantini De Rosa), Umberto Poli (Novo Nordisk) e Federico Zurlo (UAE Fly Emirates).
«Vincere a Sanremo è una sensazione incredibile. Ringrazio i miei compagni di squadra. Hanno fatto un lavoro incredibile oggi». Così un raggiante Michal Kwiatkowski festeggia dopo aver vinto la 108esima edizione della Classicissima di Primavera. «Non mi aspettavo l’attacco di Sagan sul Poggio - aggiunge il polacco -, è andato all’attacco mantenendo una velocità elevatissima. Poi mi sono concentrato solo sul mio sprint finale. Non posso credere di averlo battuto».
Sorride amaro invece Peter Sagan, grande mattatore di giornata ma bruciato a pochi metri dal traguardo: «Sono abituato ai secondi posti ormai ma ora mi aspettano altri obiettivi. È andata come è andata, è un peccato. Avevo una buona gamba per fare la volata ma mi hanno recuperato. Potevo fare qualcosa di diverso nel finale? I risultati non contano, l’importante è fare spettacolo per la gente».