Nicky Hayden è morto Addio al campione
Nicky Hayden è morto all'ospedale Bufalini di Cesena. L'ex campione del mondo della MotoGp aveva 36 anni. Non è sopravvissuto ai traumi riportati nell'incidente in bicicletta, mentre la settimana scorsa si allenava.
Era reduce dalle gare di Superbike, dove correva con la Honda, a Misano e si stava allenando lungo le strade della città romagnola.
Ad a uno stop è stato urtato da un’auto. Ne era uscito con un violento trauma cranico e con diverse fratture a bacino e corpo.
«Il Collegio medico ha accertato il decesso del paziente Nicholas Patrick Hayden, ricoverato da mercoledì scorso 17 maggio nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale Bufalini di Cesena a seguito del gravissimo politrauma occorso in quella stessa data» si legge nella nota dell'ospedale. Il campione del mondo della MotoGp nel 2006 ha avuto il grave incidente - ricorda l'Adnkronos - mentre si stava allenando in bicicletta intorno alle 14 del 17 maggio, sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto, quando è stato investito da una Peugeot 206, guidata da un 30enne di Morciano di Romagna, rimasto illeso. Le condizioni del pilota del Kentucky (Usa) erano apparse subito molto gravi.
Intanto, come si legge su «riminitoday.it» è spuntato un video con l'intera dinamica dell'incidente. Il video, che proviene da un impianto di videosorveglianza di un'abitazione a pochi metri dall'incrocio tra via Ca Raffaelli e via Tavoleto, non lascerebbe molti dubbi su quanto accaduto: Hayden avrebbe tirato dritto all'incrocio senza fermarsi mentre, dalla sua sinistra, stava arrivando la Peugeot.
IL SALUTO DI VALENTINO E LA STORIA DEL RAGAZZO DEL KENTUKCY
Quattordici anni sulle piste del Motomondiale, rischiando la vita in giro per il globo. Per poi perderla in sella alla bicicletta, in un incrocio del riminese.
Nicky Hayden è morto dopo cinque giorni di coma a seguito di
un urto devastante contro una macchina ed ora il mondo della velocità su due ruote si interroga sull’assurdità di questa morte.
A cominciare da Valentino Rossi, che il 18 maggio - il giorno dopo l’incidente - aveva scritto su Facebook «uno dei migliori amici che ho avuto nel paddock».
36 anni, Nicholas «Nicky» Hayden era nato a Owensboro, in Kentucky, in una famiglia in cui tutti hanno corso in moto, a cominciare dal papà Earl, che con la sua concessionaria di auto usate fu il primo sponsor di Nicky e dei fratelli Tommy e Roger Lee. Ma anche la madre e la sorella si sono cimentate in pista.
L’apice della carriera - iniziata praticando, come il padre, il dirt track, per poi passare a 13 anni sulle piste d’asfalto - lo ha raggiunto nel 2006, vincendo il Mondiale della classe MotoGp con la Honda. Un capolavoro di costanza quella stagione di ‘Kentucky Kid’, conclusa al primo posto nonostante due sole vittorie (ad Assen e Laguna Seca), ma con nove podi nelle prime 11 gare. E battendo proprio Rossi all’ultima, quando il pesarese finì in terra, mentre Hayden con il terzo posto si laureò campione.
Meno fortunati i cinque anni con la Ducati (dal 2009 al 2013), con tre terzi posti come miglior risultato. Era quindi risalito sulla Honda per due stagioni non brillanti. Infine il ritorno in Superbike, dopo la prima esperienza del 2002.
Divenuto pilota professionista a 16 anni, prese parte al campionato americano concludendo la sua prima corsa con un eccellente quarto posto. Nel 1999 si laureò più giovane campione della storia delle Supersport 600. Hayden visse poi un altro grande momento della sua carriera sportiva nel 2002, quando vinse la 200 miglia di Daytona a soli 21 anni. Le grandi case ormai avevano messo nel mirino il ragazzo di Owensboro. Arriva la chiamata della Honda, che lo strappa alla Yamaha. È un sogno che si realizza. È il 2003. Per le prime gare nel Mondiale Hayden scelse il 69, perchè si poteva leggere anche capovolto.
Diventerà famoso come il 46 del «Dottore». Poi il declino agonistico, repentino, e quel che è peggio, lo schianto tragico e beffardo: in sella a una bici, a neanche 30 all’ora.
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