Mediaset vuol strappare alla Rai i Mondiali di calcio 2018 e 2022
Mediaset punta a strappare alla Rai i Mondiali di calcio: quelli ormai alle porte di Russia 2018 e l’edizione 2022 assegnata al Qatar. Il Biscione ha infatti presentato un’offerta per il «pacchetto» di entrambi i campionati, attaccando quella che è sempre stata un’esclusiva della televisione pubblica. Anche se Mediaset non conferma, l’offerta è arrivata prima del 12 settembre, ultima data utile fissata da Mp & Silva, l’«advisor» della Fifa.
Lo confermano fonti vicine al dossier, specificando che per gli ultimi Mondiali sono stati aggiudicati per circa 180 milioni ciascuno. Il sistema non cambia: a differenza dei pacchetti messi a punto dalla Lega calcio per il campionato di serie A, chi vince si aggiudica tutto il prodotto. Poi può rivendere ad altri, specie i diritti a pagamento, che in questo caso però è un business marginale: al contrario della Champions League la «ciccia» è nei diritti in chiaro.
Perché i Mondiali sono da sempre una ricchissima attrattiva per la pubblicità, della quale il Biscione vive. Anche se Mediaset va sempre mediamente meglio del mercato, gli investimenti in spot stanno rallentando e qualcuno a Cologno Monzese ha deciso di puntare al bersaglio grosso. Tra chi fa le strategie sui diritti televisivi sportivi c’è chi ha una lunga esperienza in materia: Adriano Galliani, già numero uno esecutivo del Milan, grande conoscenza dei meccanismi della Lega calcio e dell’assegnazione dei diritti. Ora lui è il presidente di Mediaset Premium e questa mossa può derivare anche dall’analisi dei conti: la pay tv del Biscione per la Champions ha speso oltre 600 milioni per tre anni, con ritorni non all’altezza dell’investimento. Allora perché non puntarne circa 200 per un’edizione dei Mondiali? Ovviamente incrociando le dita che l’Italia di Ventura superi i play off e vada davvero in Russia, anche perché ragionevolmente i diritti televisivi verranno assegnati prima che si conosca la sorte degli azzurri.
I tempi dell’operazione comunque non sono definiti e anzi sono già abbastanza in là per la programmazione degli inserzionisti. Ma quello che si rischia - e che evidentemente non fa scomodo all’advisor della federazione mondiale del calcio - è che si apra un’inedita asta. Alla quale non è detto partecipi con Mediaset solo la Rai.