San Siro con l'Italia, non col ct Fischiato Gian Piero Ventura
L’Italia è con gli azzurri, non con Gian Piero Ventura. È difficile tradurre altrimenti il messaggio dei 72mila tifosi sugli spalti di San Siro, che a pochi minuti dall’inizio della cruciale partita contro la Svezia, che vale un posto al Mondiale, ha fischiato il ct come in genere si fa solamente con gli avversari più detestati o temuti.
Di sicuro non è iniziata con la colonna sonora più piacevole quella che rischia di essere l’ultima volta in azzurro dell’ex allenatore del Torino, da giorni al centro del processo mediatico e popolare. Critiche e dubbi hanno trovato in San Siro una cassa di risonanza nella serata del giudizio, davanti a chi potrebbe doversi trovare a prendere decisioni delicate, il presidente della Figc Carlo Tavecchio, in tribuna autorità con quello del Coni, Giovanni Malagò, e svariati personaggi del mondo del calcio, di oggi e di ieri.
Dopo aver esordito scandendo un «Avete solo l’Ikea» rivolto agli svedesi, il pubblico di San Siro ha alzato i decibel per attaccare Ventura. Il popolo, insomma, ha già individuato il colpevole, e la sentenza fischiata assolve invece i giocatori, applauditi uno per uno mentre lo speaker ne annunciava i nomi. E prima ancora abbracciati con un enorme tricolore che ha coperto - grazie a migliaia di cartoncini verdi, bianchi e rossi - le due curve e la tribuna all’ingresso in campo delle squadre.
Una coreografia che ha acceso San Siro come nelle grandi notti di Champions di Milan e Inter, con tricolori sventolati, dipinti sulle facce e mostrati con orgoglio sulle maglie azzurre indossate da molti tifosi. E lo stesso trattamento per Ventura, il pubblico lo ha riservato alla nazionale svedese, fischiando sin dalla prima nota l’inno, applaudito invece dal capitano Gianluigi Buffon e dagli altri giocatori azzurri schierati in campo prima della partita. Si sono comunque fatti sentire i quasi duemila tifosi scandinavi, che avranno potuto intuire l’insistito riferimento al marchio svedese più famoso, nei cori e in vari striscioni esposti sugli spalti, tutti del tipo «Vi rimontiamo come l’Ikea».