Essere campioni: un percorso che passa attraverso l’allenamento della mente
Aula rossa del Palazzo di Economia affollata come nel primo giorno di lezione. A salire in cattedra però è stato Giuseppe Vercelli, 50 anni, torinese, responsabile area psicologica Juventus F.C., docente di Psicologia Sociale presso l’Università degli Studi di Torino, Official CONI per le Olimpiadi di Torino. Vancouver, Londra, PyeongChang e supervisore del percorso educativo-formativo del progetto Talenti 2020. Ad aprire i lavori Paolo Crepaz, medico dello sport e Vicepresidente vicario del CONI - Comitato Provinciale di Trento che dopo una breve introduzione ha ceduto la parola al professor Paolo Bouquet, delegato del Rettore per lo sport. «Benessere, formazione, crescita e acquisizione di competenze – ha sottolineato Bouquet -; l’Ateneo crede nel binomio sport d’alto livello e studio. Queste due dimensioni aiutano a sviluppare un atteggiamento mentale applicabile non solo nel corso di una competizione sportiva, ma anche nella vita e nelle sue relazioni». A seguire il saluto della Presidente del CONI – Comitato Provinciale di Trento Paola Mora: «Il binomio sport e vita è un legame solido ed evidente. Concentrazione, gestione del limite e dell’ansia sono ostacoli che dobbiamo combattere prima di un esame all’università o nei pressi del cancelletto di partenza. Coltivare studio e sport con il medesimo impegno aiuta ad avere non solo atleti, ma soprattutto cittadini più competenti e consapevoli del loro ruolo».
A seguire, il saluto di Norbert Bonvecchio, membro della Giunta CONI provinciale, giavellottista, campione italiano assoluto 2014 e 2015 e laureato in economia presso l’Università di Trento. Un curioso ritorno tra i banchi frequentati per cinque anni per l’atleta poero che ha voluto porre l’accento sull’importanza della prestazione per il raggiungimento di risultati di valore nello sport, nello studio e nel lavoro quotidiano “lanciando” così i primi spunti di riflessione.
Secondo Vercelli molteplici sono gli elementi che influiscono e contribuiscono all’alta prestazione, uno di essi è l’essere preveggenti. «Il preveggente, vede delle cose che altri non vedono. Usa un proprio sistema di interpretazione, analizza l’errore, utilizza indicatori di prestazione, risponde alla domanda “come?”, ovvero come risolvere un problema? Inoltre, riconosce dei piccoli segnali e li trasforma». E’ questo per Vercelli uno dei punti chiave per la costruzione della così detta “vittoria ecologica”, una forma di successo che mette in secondo piano il risultato finale ponendolo come conseguenza ponendo piuttosto l’accento sul valore del percorso compito verso un obiettivo. Lo psicologo torinese ha poi descritto il modello “S.F.E.R.A. dell’alta prestazione”, acronimo di: sincronia - tra corpo e mente -; forza - fisica, tecnica e mentale -; energia – ovvero la capacità di equilibrare lo sforzo sulla base dell’attività da affrontare -; ritmo – dimensione connessa alla qualità e all’eleganza del gesto -; e attivazione ovvero passione e motivazione interiore.
Non solo teoria, ma anche tanta pratica con le testimonianze di Michele Malfatti, studente di Ingegneria Industriale UniTrento, atleta azzurro pattinaggio velocità ai Giochi Olimpici di Pyeong Chang 2018 ed Eleonora Strobbe, laureata in Lingue Moderne UniTrento e pluricampionessa di tiro con l’arco. Sport e studio come occasione di crescita, ma anche per distogliere la testa dalla tensione della competizione e dall’intensità degli allenamenti.
Una «prima» di successo in grado di consolidare la sinergia tra il Comitato Provinciale del Coni e dall’Università di Trento.